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PROCESSO MLADIC: ULTIMO ATTO del TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE

Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja per i crimini nella ex Jugoslavia ha condannato all’ergastolo nei giorni scorsi il generale Rakto Mladic ex comandante in capo dell’esercito serbo-bosniaco per genocidio e crimini contro l’umanità commessi durante la guerra che insanguinò il territorio della ex Jugoslavia (1992-1995). In particolare, Mladic era accusato del massacro compiuto a Srebrenica di migliaia di civili. Il Tribunale venne istituito dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU con la risoluzione n. 808 del 22 febbraio 1993 per giudicare i colpevoli di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale commesse nel territorio della ex Jugoslavia dal 1991 in poi. Prima di Mladic, il Tribunale già aveva condannato il leader serbo-bosniaco Karadzic, – all’epoca presidente della Repubblica Serba di Bosnia-Erzagovina – che, dopo 12 anni di latitanza, era stato arrestato e condannato a 40 anni di carcere sempre per il genocidio di Srebrenica nel corso del quale furono massacrati tra gli 8.000 e i 12.000 bosniaci mussulmani (la cifra precisa non è stata mai accertata) in quella che al momento era stata dichiarata dall’ONU come zona protetta che si trovava sotto la tutela di un contingente olandese e dei caschi blu. Molte sono ancora le zone d’ombra, in quanto non è stato chiarito perché i caschi blu e il contingente olandese non intervennero: ufficialmente, si è giustificato il mancato intervento perché le truppe ONU erano scarsamente armate per cui non potevano far fronte da sole alla forze serbe. Ma c’è da ricordare che l’eccidio di civili inermi si prolungò per cinque giorni senza che i vertici militari delle forze ONU intervenissero. Addirittura i caschi blu decisero di collaborare a separare gli uomini dalle donne per poter tenere la situazione sotto controllo  per cui nel 1996 il governo olandese ordinò un’inchiesta per stabilire il grado di responsabilità dei soldati olandesi impegnati nelle operazioni nell’ex Iugoslavia. Il Tribunale olandese ebbe ad accertare la responsabilità penale e civile dei soldati olandesi solo nel caso di tre cittadini bosniaci cui era stato negato il permesso di essere ospitati nella base dei soldati ONU. Oltre alla condanna dei due responsabili diretti del genocidio, era stato giudicato dal Tribunale anche il Presidente serbo in carica all’epoca dei fatti Milosevic che morì però prima della conclusione del processo. Il Tribunale Penale Internazionale – che va distinto dalla Corte Penale Internazionale- è un organismo giudiziario delle Nazioni Unite che – una volta esaurito il suo compito – a fine novembre chiuderà i battenti. La Corte penale internazionale – che ha sede all’Aja – è stata istituita con il Trattato di Roma nel luglio del 1988 – sottoscritta fino ad oggi da 132 Stati; essa ha giurisdizione internazionale e ha potere di giudicare individui (e non Stati) che si sono resi responsabili di crimini di guerra, genocidio, crimini contro l’umanità, commessi sul territorio di uno Stato membro o da un cittadino di uno Stato aderente al Trattato.Certo, a distanza di pochi anni da quegli avvenimenti, anche se si può dir riconosciuta, sulla scorta delle diverse sentenze, la responsabilità penale e morale degli imputati, non si può ancora parlare di pacificazione dell’area balcanica, apparentemente tranquilla, ma dove ancora sono forti i contrasti etnici e religiosi. Dopo l’adesione della Croazia all’UE tutti i paesi balcanici hanno presentato richiesta di adesione all’EU. Sarebbe auspicabile, per superare i conflitti, che gli Stati balcanici potessero entrare a far parte dell’UE in modo da ritrovare quel clima di collaborazione e di reciproca tolleranza che ancora oggi può considerarsi ancora lontano dalla realizzazione.

Novembre 2017

(Avv. Eugenio Oropallo)

PROCESSO MLADIC. ULTIMO ATTO del TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE

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