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“A BOLZANETO FU TORTURA, VITTIMA DA RISARCIRE”

Così titola “La Repubblica” del 27 u.s. che commenta l’ennesima condanna inflitta all’Italia dalla CorteEDU a proposito delle torture cui furono sottoposti i manifestanti al G8 del 2001 nella caserma di Bolzaneto a Genova. Reati, lamenta la Corte, che erano già prescritti quando si è giunti al processo per cui neppure uno dei responsabili accertati ha fatto mai un giorno di carcere. In effetti, come abbiamo ricordato in una nota precedente, il reato di “tortura” nel codice penale italiano è stato introdotto solo nel luglio scorso, anche se ampiamente contestato da più parti in quanto – come dichiara il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, in quanto “la definizione di tortura adottata può portare all’impunibilità di certi atti” e quindi far passare ancora una volta l’impunità per crimini che sono da ritenersi in violazione della dignità dell’uomo. Crimini per i quali il Procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati che condusse all’epoca l’inchiesta su Bolzaneto, ribadisce che si trovò difronte “ad un canovaccio di soprusi che ricorda quello dei lager nazisti, seppur l’intensità e la gravità non siano paragonabili”. E’ la terza volta dal 2015 che l’Italia è stata condannata per i fatti di Genova del 2001. In effetti, una prima parte di procedimenti si erano conclusi con un accordo con le parti lese cui era stato riconosciuto un risarcimento di 45mila euro. Ma questi soldi non sono mai arrivati scrive il quotidiano in quanto “i dicasteri litigarono fra loro per chi dovesse liquidare la somma”. La CorteEDU ha questa volta riconosciuto agli altri ricorrenti, che non avevano accettato l’accordo precedente, un risarcimento per danni morali che va tra i 10 e gli 85mila euro. Ma anche questa sentenza – come amaramente commenta Lorenzo Guadagnucci del Comitato Verità e Giustizia per Genova – finisce per cadere nel vuoto. E non ha tutti i torti in quanto, con una recente riforma del 2012 della L. 89/2001 (la cd. Legge Pinto), il Parlamento pur avendo accelerato l’iter per ottenere il pagamento delle somme riconosciute dalle Corti italiane e dalla CorteEDU, rispondendo per questo anche ad una pressante richiesta della Corte di Strasburgo per il ritardo nei pagamenti, ha finito per mancanza di fondi da parte del Ministero della Giustizia e della Economia e delle Finanze, incaricati dei pagamenti, per costituire un ulteriore grave ostacolo all’effettività del risarcimento. Insomma, un vero e proprio sberleffo alla giustizia. Purtroppo ovviamente bisogna riconoscere, che solo un paese come il nostro, può tollerare questa ennesima farsa che suona come ulteriore condanna di un sistema politico e giudiziario che è il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’effettività del diritto e la durata dei processi.

Ottobre 2017

Nota a cura avv. E. Oropallo

A BOLZANETO FU TORTURA, VITTIME DA RISARCIRE

 

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