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UN COLPEVOLE SILENZIO

Come scrive Sergio Rizzo su “La Repubblica” del 15 aprile scorso, se circolano false notizie sull’Europa, questo è dovuto soprattutto ad una scarsa informazione sulle istituzioni europee per cui “è inutile stupirsi del fatto che il più grande nemico dell’Europa sia sempre l’ignoranza”. “La scuola italiana – continua Rizzo – non ha mai affrontato il problema con una visione organica…. Ma se si fa pochissimo per spiegare agli studenti come funzione l’Europa, per i comuni cittadini siamo proprio a zero….. Disinteresse, sciatteria, presunzione, perfino provincialismo. Per molte ragioni la nostra classe dirigente non si è mai curata di affrontare la piaga dell’ignoranza sull’Europa…. Meno si conosce dell’Unione e delle sue regole, più facilmente la propaganda fa breccia nell’opinione pubblica. Niente di meglio per certa politica, che avere sempre per le proteste un comodo capro espiatorio”. Così scrive con amarezza Rizzo. Che cosa possiamo aggiungere? Ben poco credo. Il 9 di maggio è stata la giornata dell’Europa, una ricorrenza in Italia quasi del tutto ignorata. C’è stata solo una formale cerimonia al Senato e nulla di più. Mentre le piazze europee si riempivano di giovani entusiasti, in Italia nessuna altra istituzione ha ritenuto di celebrare questa giornata: solo in Emilia Romagna, vi è stata una iniziativa dedicata ai giovani. Gli italiani non amano l’UE ma temono le conseguenze di una eventuale uscita dall’euro e dall’UE. In realtà in questi ultimi anni – sia a causa della crisi economica, ma anche per le vicende legate alla gestione dell’immigrazione, il nostro governo, ha fatto di tutto per far affermare l’UE come una realtà ostile, che blocca i progetti del governo, allontanando così ancora di più gli italiani dall’Europa. Sempre su “La Repubblica” del 9 maggio Andrea Bonanni, nella sua rubrica Palazzo Europa,  ricorda che “c’è un’Europa di fatto che sta lentamente emergendo dalla paralisi dell’Europa di diritto. E noi, per ora, non ne facciamo parte”. In un recente dibattito che si è svolto sul voto del 26 maggio, i direttori dei giornali italiani hanno concordato sul fatto che il sovranismo non è il destino ineluttabile dell’Europa. Qual è la ricetta per contrastare l’ ultradestra? Risponde il direttore di “Avvenire” che “il primo passo è quello di smascherare la politica della guerra. I primi a poterlo fare sono i giovani che mostrano di credere nelle istituzioni europee più di quanto lo siano le generazioni precedenti”. In effetti, proprio i giovani, soprattutto gli studenti che vanno all’estero per conoscere da vicino le esperienze europee, hanno modo di apprezzare il livello di integrazione raggiunto dagli altri paesi e soprattutto le possibilità che offre l’UE a chi esce dalle nostre università e ha difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro in Italia. Ma soprattutto bisogna ricordare agli italiani che noi facciamo parte di questa realtà europea, di avere un destino comune agli altri popoli europei, contro ogni forma di oscurantismo e discriminazione, senza consentire che, ancora una volta nella storia, l’Europa resti vittima del delirio nazionalista.

Maggio 2019

Un colpevole silenzio

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