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RUSSIA FUORILEGGE

E’ il professor Cassese a dichiararlo in un articolo apparso sul Corriere della Sera dell’8 marzo scorso. Per sintetizzare, “il Presidente russo – scrive il giurista – ha violato molti principi che reggono l’ONU, il rispetto della sovranità degli Stati, la regola dell’autodeterminazione dei popoli, l’obbligo di risolvere in modo pacifico le controversie. Ha violato inoltre accordi multilaterali come quelli costituiti dal Consiglio d’Europa (anche se la Russia ha deciso di uscire dal Consiglio d’Europa ndr.) e dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE)” anche se in otto anni questa organizzazione non è stata capace di venir a capo del conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina che si accusarono reciprocamente di genocidio. Contro l’aggressione della Russia all’Ucraina si è pronunciata l’Assemblea Generale dell’ONU il 2 marzo scorso con il voto a maggioranza di 144 Stati su 193. Violazioni denunciate dal Parlamento europeo con una risoluzione di condanna presa con 637 voti favorevoli su 705 rappresentanti europei. Alle condanne hanno fatto seguito le sanzioni alla Russia e l’assistenza ai rifugiati. “Il presidente russo si è affrettato a dire che le sanzioni economiche disposte dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dalla Unione Europea sono un atto di belligeranza” anche se l’efficacia di queste sanzioni è molto discutibile. “In una situazione normale – aggiunge l’illustre giurista – l’invasione del territorio di un altro Stato avrebbe provocato un intervento del Consiglio di Sicurezza e l’invio sul posto di forze armate ONU – ricordando ancora che – in questo caso l’aggressore non è solamente una potenza nucleare ma anche membro del Consiglio di Sicurezza con potere di veto, che ha esercitato legittimamente il rappresentante russo in seno al Consiglio di Sicurezza”. Non è contestabile il quadro di illegalità in cui si è venuta a trovare la Russia ma il giurista non può affrontare il problema sul piano politico che non è di sua competenza. E così va ricordato che – in spregio agli accordi assunti dai paesi occidentali con l’allora presidente Gorbaciov – la Nato si impegnava a non attirare nella sua orbita i paesi dell’Est Europa che già avevano fatto parte della defunta URSS. In questi anni, al contrario, senza tener conto di questi patti, sistematicamente, tutti i paesi dell’ex impero russo sono caduti nella rete tesa dalla Nato diventando membri a tutti gli effetti di questa Organizzazione. Di fatto, dunque, la Russia si è vista accerchiata, dal Mar Baltico al Mar Nero, da una selva di postazioni missilistiche puntate sul territorio russo, mettendo così in discussione la sicurezza non solo della Russia ma dell’intera Europa. Non sono stati valutati i segnali che dal 2014 in poi ha lanciato la Russia di voler collaborare ad un piano di sicurezza europeo insieme all’UE. Ancora, per tutta la seconda metà del 2021, vi sono stati vari incontri tra Russia, USA, UE e NATO che si sono conclusi con un nulla di fatto. In effetti, l’obiettivo di Putin è stato sempre quello di evitare che anche l’Ucraina entrasse a far parte della NATO, così completando l’accerchiamento della Russia lungo tutto il confine con gli altri paesi europei. Al contrario, gli USA dietro le quinte, in previsione di un attacco militare della Russia all’Ucraina hanno investito miliardi di dollari per dotare l’Ucraina di strutture militari di ultima generazione facendo pressione anche sugli altri paesi della NATO di effettuare forniture militari all’Ucraina. Come scrive sempre il prof. Cassese “non si può ignorare la lezione di realismo espressa da un grande esperto come l’ex Segretario USA Henry Kissinger che in un articolo sul Washington Post del 5 marzo 2014 si chiedeva come la tensione tra Russia e Ucraina potesse finire e faceva quattro proposte ispirate all’idea che l’Ucraina non potrà mai essere considerata come un paese straniero, data la sua storia e che quindi si dovesse accettare l’idea che l’Ucraina fosse “un ponte neutrale fra Est e Ovest””. Kissinger non può essere certo considerato di essere un seguace di Putin – ante litteram – ma un politico avveduto ed esperto che riteneva necessario già allora la necessità che questo paese restasse neutrale per la sicurezza di tutto il Continente. Putin non è la Russia ma con o senza di lui la Russia resta un grande paese che fa parte della storia europea, un paese con il quale dovremo confrontarci e dunque è davvero incredibile tutta l’operazione che in questi mesi hanno messo su gli USA di spingere l’Ucraina in un conflitto armato coinvolgendo con la NATO gli altri paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica. Il giovane presidente Zelensky è caduto nella trappola tesa dagli USA e dalla NATO, sacrificando la vita di migliaia di suoi connazionali. Se gli USA fossero rimasti fuori da questo conflitto determinato da una striscia di territorio ucraino, probabilmente tutto si sarebbe risolto dopo qualche scambio di colpi alla frontiera o al massimo nella zona contestata del Donbass per poi tornare ad un tavolo di lavoro. Purtroppo, ha vinto il partito della guerra ed oggi sembra sempre più difficile trovare un’intesa. A farne le spese c’è una popolazione inerme che sta lasciando in massa la propria casa. A ben vedere, come ebbe a scrivere il direttore del quotidiano “La Repubblica” qualche settimana fa: “questa guerra serve solo agli USA e alla NATO”. Biden, sul piano interno, sta cercando di rialzare la popolarità di cui godeva, dopo l’abbandono dell’Afghanistan, lasciato nelle mani della jihad islamica mentre si rafforza quella Alleanza Atlantica che fino a qualche anno fa era in piena crisi e veniva definita da Macron come “un cadavere di cui liberarsi”.

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