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PENALIZZATI I LAVORATORI EUROPEI IN GB

Lunedì scorso, come scrive euractiv.it il Parlamento britannico ha dato il suo appoggio al disegno di legge presentato dal Governo che abolisce lo status speciale di immigrazione per i cittadini provenienti dall’UE, dallo Spazio economico europeo e dalla Svizzera quando il 31 dicembre prossimo verrà a scadere il periodo di transizione previsto per la definitiva rottura del vincolo europeo per cui i lavoratori UE saranno equiparati agli extracomunitari.

In effetti, il controllo delle frontiere britanniche, che porrà fine alla libera circolazione dei lavoratori europei in Gran Bretagna, è stato un argomento decisivo per uscire dall’UE nel voto referendario del 2016. Il governo, per bocca del segretario degli Affari Interni ha dichiarato che il nuovo sistema sarà “più solido, più giusto e più semplice” e che “giocherà un ruolo vitale nella ripresa della Gran Bretagna dal coronavirus”.

Non è dello stesso avviso l’opposizione laburista. Il deputato Nick Thomas- Symonds, ha parlato di “vera e propria ipocrisia nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale (NHS)” ricordando che poco più del 13% degli operatori dell’NHS non ha nazionalità britannica e che il 5,5% proviene da altri paesi UE per cui una politica sbagliata creerebbe seri problemi alla sanità pubblica inglese.

Il segretario Patel ha dichiarato che il governo ha già introdotto un visto rapido per medici, infermieri e altri professionisti del settore promettendo anche il rinnovo del visto di un altro anno per il personale sanitario che già lavora in Gran Bretagna.

Solo i cittadini irlandesi saranno esonerati dai nuovi controlli sull’immigrazione. Questo ulteriore passo avanti del governo inglese lascia di fatto presumere che all’inizio del 2021 diventi operativa già questa nuova legge che renderà certamente più difficili i rapporti con l’UE ma c’è da aggiungere che la epidemia ancora in atto ha rallentato questo percorso per cui l’ipotesi più credibile è che ci sarà un nuovo accordo tra UE e Regno Unito per ritardare i tempi della concreta definizione, anche perché il divorzio prevede anche la restituzione di diversi miliardi di euro da parte della GB all’UE e, in tempi come questi, sarà difficile che ciò avvenga.

Ma il panorama potrebbe anche riservare delle sorprese alla luce anche delle decisioni che prenderanno Scozia e Irlanda del Nord che non hanno fatto mistero di voler restare nell’UE, e ciò potrebbe aprire anche la strada per una diversa soluzione che possa salvare l’unità della nazione ma lasciare alla Scozia e all’Irlanda di fare un percorso diverso.

Penalizzati i lavoratori europei in GB

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