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L’obbligo vaccinale flessibile

In prossimità della riapertura delle scuole, il neo-ministro della Sanità, Grillo, ha proposto di rinviare ancora per un anno il termine di presentazione della certificazione vaccinale rilasciata dall’ASL, sollevando un’altra ondata di polemiche che potevamo benissimo risparmiarci. In effetti, il ministro della Salute si è inventata una circolare in base alla quale, per entrare all’asilo, basterà una semplice auto-certificazione dei genitori. La ministra ha ribadito che il disegno di legge “prevede un obbligo flessibile nel tempo e nello spazio”. E’ proprio questo che si intende evitare in quanto si lancia alle famiglie un messaggio certamente pericoloso per la salute dei loro figli e degli altri bimbi immunodepressi (sono circa 10.000 i casi in Italia) i quali potrebbero contrarre gravi malattie a contatto con bambini portatori sani di un qualunque virus. Lo stesso Salvini, pur ribadendo di non essere contrario alle vaccinazioni obbligatorie, si è pronunciato a favore del metodo della raccomandazione quasi a far intendere che la scelta contraria all’obbligo sia pur essa accettabile. Recentemente un consigliere regionale del Lazio, Davide Barillari, ha espresso l’opinione che “la politica viene prima della scienza” anche se sconfessato poi da Casaleggio.
Al contrario, il prof. Guido Silvestri, immunologo di fama internazionale e consulente del M5S proprio sul delicatissimo tema dei vaccini, intervistato da “La Repubblica” del 6 agosto ha dichiarato che “non ha senso, dal punto di vista scientifico e sanitario, mandare un messaggio sbagliato ai cittadini ed è a mio avviso anche un errore politico”. Chiamato ad esprimersi più chiaramente, ha aggiunto e ribadito che vanno “fatti tutti i vaccini nei tempi indicati cioè i 10 della legge Lorenzin più quelli per il pneumococco e meningite” concludendo che “l’evidenza scientifica in questo senso non ammette repliche”. Anche alcuni governatori italiani hanno in ordine sparso sostenuto l’ipotesi di emanare una legge regionale che obblighi le famiglie a presentare i certificati vaccinali per l’iscrizione dei bambini alla scuola dell’infanzia e ai nidi, nel caso passasse al Senato l’emendamento del decreto “mille proroghe” sollecitato dalla Grillo. L’assessore alla Salute per il Piemonte non esclude l’ipotesi di rivolgersi alla Corte Costituzionale se passasse con l’approvazione del Senato la legge al Parlamento nazionale, per tutelare il diritto alla salute dei cittadini. Ma la critica più decisa è venuta dal leader dei presidi, Giannelli che in un’intervista sempre a “La Repubblica” dell’8 agosto, ha ribadito il divieto di accettare all’inizio dell’anno scolastico i bambini privi della certificazione rilasciata dall’ASL, unico documento che possa consentire l’ammissione alla scuola”. “I Presidi –  aggiunge Giannelli – sono tenuti a far rispettare la legge e ad oggi, in vigore c’è il decreto Lorenzin” che non può essere disapplicato se non con una nuova legge di modifica.
A mettere fine ad ogni ulteriore tentennamento è la voce dei medici. “Abbiamo atteso a prendere parola, forti delle dichiarazioni rassicuranti dello stesso premier Conte”- dichiara Alberto Villani – presidente della Società Italiana di Pediatria e Primario della Pediatria al Bambin Gesù – ma ora non possiamo più tacere: va tutelata la salute dei bambini. Duro anche il Collegio dei professori di pediatria “in profondo dissenso per il depotenziamento dell’obbligo vaccinale”. “Allentando le maglie del controllo aumenta il rischio che i bambini accedano a scuola senza protezione”, aumentando i rischi per i bambini immunodepressi che vengono a contatto con loro nè è ammissibile che si creino classi solo per gli immunodepressi.
Speriamo che la vicenda si chiuda qui ma non ne siamo convinti in quanto questo governo già in più di una occasione ha dimostrato di portar avanti la propria linea politica in questo caso ancora più rischiosa perché si mette in discussione la salute di migliaia di bambini.
Solo nell’ultimo anno si è vista risalire la percentuale delle vaccinazioni ma siamo ancora, per alcune regioni, fuori del limite minimo previsto per scongiurare il rischio di epidemie. Non è la prima volta che assistiamo ad uno scontro tra politica e scienza.
Qualcuno ricorderà la favola del vaccino anticancro che per diversi anni ingannò migliaia di malati fino a quando la medicina ufficiale non accertò, con dati alla mano, che si trattava di un’autentica bufala. Nel nostro caso, vi sono chiare evidenze scientifiche – poste a salvaguardia della salute dei minori – che vanno applicate rigorosamente.
In questi ultimi giorni c’è stata una notizia che sembra abbia di nuovo cambiato il quadro: il Ministero ha precisato che per le false certificazioni presentate dai genitori non vi è alcuna responsabilità degli organi dirigenti scolastici quasi a ipotizzare una marcia indietro rispetto all’obbligo della certificazione. Ora il problema non è quello di accertare una responsabilità che ovviamente ricade solo sull’autore del fatto ma che non si può assolutamente proseguire su questa strada che potrebbe nuocere ai bambini immunodepressi. Chi risponderebbe di questi danni? Come potrebbero i presidi dirsi estranei al fatto-reato?
E perché oggi i presidi hanno abbassato la testa? Quali pressioni essi hanno subito? E come si fa ancora una volta a violare la legge, quella esistente? Misteri di questo paese ormai trascinato sempre più in basso da una cricca di irresponsabili amministratori.
Come diceva Bartali “E’ tutto da rifare!”. Ma il tempo purtroppo è abbondantemente scaduto.
Agosto 2018
(Avv. E. Oropallo)

 

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