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LE RICETTE SOVRANISTE PER USCIRE DALLA CRISI

Nulla di nuovo sotto il sole. In Repubblica Ceca sembra che il governo voglia rispolverare il mito dell’autarchia. I negozi cechi dovrebbero essere obbligati a vendere almeno il 55% di prodotti alimentari cechi nel 2021, per poi crescere gradualmente all’85% entro il 2027, secondo una proposta trasversale firmata dai deputati cechi per sostenere l’agricoltura locale. La proposta dovrebbe essere discussa dal Parlamento ceco questa settimana. Essa non fa che scimmiottare la politica dell’amministrazione Trump con il suo grido di guerra “America First”. Come dimenticare il nostro emulo nazionale con la sua ricetta “gli italiani innanzitutto”? Sembra che tutti abbiano la stessa ricetta ma ci si dimentica che ormai l’economia mondiale è giunta ad un livello di integrazione tale che è impossibile staccare la spina per un ritorno al passato. Un passato che ormai non è che un lontano ricordo per cui qualsiasi tentativo di riportare in luce strumenti che hanno fallito in passato, non fa che accentuare la incapacità degli attuali governi di trovare nuovi strumenti per rispondere alla crisi economica, anche alla luce dell’esperienza della pandemia. Anche il sindacato in Italia è sceso in campo per richiedere un cambio di rotta necessario, se si vuole salvare il domani di questo paese. “Non si tratta di tornare indietro ma di cambiare per andare avanti” dichiara Landini in un’intervista rilasciata al giornale “La Repubblica” del 16 maggio u.s.. Questo è il principio ma bisogna anche indicare la giusta direzione della rotta. Se prima della pandemia tutti i governi del mondo occidentale indicavano la strada della ripresa, oggi l’obiettivo non può essere quello abusato di aumentare la produzione perché solo così, secondo una parte della scienza economica, si darebbe anche un impulso all’occupazione. Non c’è affatto un rapporto meccanico tra aumento del PIL e aumento dell’occupazione, anche perché l’imprenditore, se vuole assicurarsi un maggiore profitto, sa che l’obiettivo può essere raggiunto solo se realizzato a parità di forza lavoro o addirittura con una riduzione dell’occupazione. Non è dunque questo l’obiettivo da sostenere anche perché, se l’economia mondiale si muove tutta in questa direzione, è possibile che questo aumento generi solo un aumento della concorrenza con una inevitabile riduzione della forza lavoro occupata, generando un generale peggioramento delle condizioni di vita della classe lavoratrice. Ed è quello che già stava avvenendo prima della pandemia. Oggi, in una situazione di grande incertezza, è opportuno ricorrere a forti investimenti nel settore delle grandi opere pubbliche rimettendo in gioco il ruolo dello Stato che negli ultimi anni non si è occupato di programmare lo sviluppo economico della società favorendo politiche neo-liberiste che hanno prodotto un aumento delle discriminazioni sociali, utilizzando anche il sistema del lavoro nero e lo sfruttamento dei migranti giunti in Italia. Una soluzione, quella indicata, che potrebbe – sotto la guida di una direzione politica sensibile anche al fenomeno dell’inquinamento – dare impulso alla ricerca di fonti alternative non inquinanti e provvedere a diffondere una coscienza ecologista. Insomma, non sarà certo lo “Stato sociale” che ricorda Landini ma la massa di investimenti che ha promesso l’UE potrà essere utilizzata per progetti che possono  salvaguardare lo sviluppo industriale, creare nuovi posti di lavoro, limitare gli sprechi nel settore produttivo. Insomma una sorta di sviluppo compatibile, una vera e propria rivoluzione economica e sociale, se si vuol salvare il futuro dell’umanità, senza rincorrere l’illusione di un progresso senza fine, che dobbiamo invece tenere sotto controllo, se non vogliamo soccombere. Lo Stato-nazione ha fatto il suo tempo: solo grandi aggregazioni sociali e politiche come l’UE saranno in grado, per le dimensioni raggiunte, di poter dare impulso ad una rapida trasformazione della società ponendo al centro dell’interesse il futuro della razza umana, il rispetto della natura, la fine di ogni discriminazione. Un programma questo che va sostenuto da chi ha a cuore la sopravvivenza della nostra specie.

11/6/2020

Le ricette sovraniste per uscire dalla crisi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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