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LA GUERRA IN UCRAINA E CRISI DEMOGRAFICA IN AGGUATO

Dall’inizio della guerra ad oggi, tantissimi ucraini – ma anche russi – stanno cercando rifugio nei paesi dell’Unione Europea. Secondo l’UNHCR, oltre 5 milioni di persone sarebbero fuggite dall’Ucraina, in aggiunta ai più di 7 milioni di sfollati interni. Questi numeri – e il desiderio di esprimere solidarietà con l’Ucraina – hanno spinto l’Unione europea ad adottare procedure semplificate  per l’accoglienza delle tantissime persone che si stanno riversando verso i suoi confini. La Polonia è il paese che fino ad ora ha accolto più rifugiati ucraini: quasi 3 milioni, numero che equivale ad oltre la metà del totale. Ma non tutti i profughi si fermano nel primo paese in cui arrivano: in molti tentano di raggiungere familiari o conoscenti che già vivono altrove. Alcuni tra i paesi UE non confinanti con l’Ucraina hanno iniziato a comunicare dati relativi agli arrivi dei rifugiati ucraini. Il ministero dell’interno tedesco riporta che al 25 aprile quasi 380.000 rifugiati ucraini  avevano raggiunto la Germania, dei quali, secondo un sondaggio dello stesso ministero, circa l’85% sarebbero donne, oltre la metà di loro con figli. A seguito della repressione delle proteste contro il regime di Lukashenko nel 2021 si è verificata anche un’impennata di richieste d’asilo in Polonia da parte di bielorussi. Nelle settimane successive all’invasione dell’Ucraina e al giro di vite di Putin sulla repressione del dissenso interno, la Russia sta vivendo quello che Deutsche Welle ha definito “il più grande esodo dalla rivoluzione d’ottobre del 1917”. Si stima che nei primi 10 giorni di guerra circa 200.000 russi  abbiano abbandonato il paese. Si tratterebbe prevalentemente di lavoratori altamente qualificati, come accademici e informatici, ma anche di giornalisti e artisti che rischiano l’arresto in quanto critici verso la guerra, o perché semplicemente ne parlano. Altri scappano dai devastanti effetti delle sanzioni messe in atto dai governi occidentali contro la Russia.  Per quanto riguarda l’Italia centomila profughi sono già arrivati ma i sussidi non ci sono. Niente contributi agli ucraini prima di fine mese. Protestano sindaci e famiglie. Il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, appena insediatosi, conferma l’allarme: “Le famiglie che non riescono più a sostenere i costi aggiuntivi si stanno rivolgendo alla rete pubblica di accoglienza che sta andando in crisi”. Non siamo ancora a livello di allarme in Europa ma se la guerra dovesse continuare, ebbene si rischia una vera e propria crisi demografica con conseguente aumento della spesa pubblica ma anche un ragionevole aumento dell’esercito dei poveri. Crea veramente disagio la tattica suicida dell’UE che, sotto la spinta del gendarme mondiale e della famigerata Alleanza Atlantica, continua a restare nelle quinte senza poter far sentire la sua voce ma soprattutto ascoltare gli umori della opinione pubblica che si sta schierando sempre di più per una soluzione immediata della guerra, costi quel che costi. Se gli USA continuano ad intervenire nella gestione di questa crisi, davvero l’Europa rischia una crisi umanitaria e sociale senza precedenti. Se non è sufficiente il monito di Papa Francesco – forse uno dei “politici” più lucidi in questa fase- ebbene bisogna far ricorso all’unità delle forze pacifiste per costringere i guerrafondai a lasciare che sia l’Europa a farsi carico di questa nuova fase. Facciamo tacere i cannoni e rivendichiamo un ritorno al tavolo delle trattative, unica strada per evitare che il sogno europeo finisca in soffitta.

Maggio 2022

LA GUERRA IN UCRAINA E CRISI DEMOGRAFICA IN AGGUATO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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