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LA GUERRA IN EUROPA E IL FENOMENO MIGRATORIO

La guerra in corso in Europa non ha rallentato affatto i flussi migratori che, anzi, sono aumentati, anche in conseguenza dalle crisi alimentari che stanno esplodendo in molte parti dell’Africa e nel Medio Oriente. Secondo alcune organizzazioni umanitarie: “si rischiano migliaia di morti come per la carestia del 2011”. E manca il grano esportato dall’Ucraina. “La Repubblica” del 27 aprile scorso documenta come le nuove ondate di migranti scappano dal caldo e dalla sete. Nel Corno d’Africa, Somalia, Etiopia, Kenya, Eritrea, dove il 90 per cento della farina e del grano vengono importati da Russia e Ucraina, è già carestia. Quindici milioni per l’ONG “Save the children” nel Corno d’Africa sono le persone che stanno affrontando una grave carestia legata alla siccità mentre nel Sahel il riscaldamento climatico ha portato ad un aumento della temperatura media maggiore rispetto al resto del pianeta. Situazioni estreme che potrebbero spingere nuovi flussi migratori verso l’Europa.  E l’Italia, paese di primo approdo dall’Africa, potrebbe trovarsi stretta in una triplice morsa e dover affrontare un lavoro impegnativo sull’accoglienza in quanto ai profughi ucraini in arrivo via terra da Nord (più di 101.000, 70.000 dei quali hanno già chiesto asilo), si aggiungono quelli in partenza dal Nord Africa (Libia e Tunisia) ma anche quelli che sbarcano sulle coste ioniche provenienti dalla Turchia e dalla Grecia. “L’Afghanistan – spiega Save the Children – sta affrontando la sua peggiore crisi alimentare. La metà della popolazione, 23 milioni di persone tra cui 14 milioni di bambini soffrono di fame”. Ma se nel Sud il fenomeno migratorio si rafforza alla luce anche delle difficili crisi alimentari, al Nord la Polonia chiede più sostegno e coordinamento UE per i rifugiati ucraini. La Polonia ha ricevuto elogi internazionali per il modo in cui ha affrontato la crisi dei rifugiati, accogliendo quasi 3 milioni di persone in meno di due mesi. Il sindaco di Varsavia ha sottolineato la necessità di un sistema di ricollocazione volontaria dei profughi, perché l’aumento di popolazione improvviso nelle città polacche sta causando l’aumento di costi come il mantenimento dei trasporti pubblici, la gestione dei rifiuti, l’approvvigionamento idrico e la sanità. Dall’inizio dell’invasione sono circa 700 mila le persone che stanno attraversando la capitale polacca e 300 mila quelle che si sono fermate. Nel frattempo, “a seguito delle indagini svolte dall’agenzia antifrode europea e delle inchieste dei giornali, – è sempre La Repubblica del 30 u.s. a ricordarlo- è stato costretto a dimettersi il direttore di Frontexl’Agenzia europea della Guardia di frontiera e Costiera che dirigeva dal 2015”.  Secondo le indagini avrebbe favorito i respingimenti della guardia costiera greca nel mar Egeo e quelli operati dai guardiacoste libici nel Mediterraneo documentati da decine di testimonianze e foto scattate da navi civili. Un’altra accusa riguarda l’uso dei fondi dell’Agenzia che ha un budget di 758 milioni di euro e che occupa ben 10mila dipendenti. Gli ispettori dell’OLAF hanno trovato prove di diversi sprechi, malversazioni e procedure irregolari nel reclutamento del personale. L’agenzia inoltre è stata denunciata dall’ONG Sea Watch che ha  collaborato con gli ispettori dell’OLAF denunciando molti casi di violazione della normativa europea. “Era ora che si dimettesse” è stato il commento dell’eurodeputato Pietro Bartolo, già medico a Lampedusa, che ha denunciato Frontex per essersi trasformata in una macchina per il respingimento dei richiedenti asilo.

Maggio 2022

LA GUERRA IN EUROPA E IL FENOMENO MIGRATORIO

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