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ESPANSIONISMO CINESE NEI BALCANI

In un nostro recente articolo avevamo accennato al rischio di un’espansione cinese nei Balcani, soprattutto dopo la battuta d’arresto dell’UE sia nella fornitura di vaccini sia nel processo di adesione dei paesi ex jugoslavi all’UE.

Vi sono indizi di questa politica di espansionismo della Cina anche nei confronti dei paesi membri dell’UE come l’Ungheria che ha in programma di costruire una linea ferroviaria ad alta velocità che collega la capitale ungherese con quella serba. Tratto ferroviario che sarà realizzato con finanziamenti cinesi.

Ma non si tratta di un fatto isolato in quanto in Grecia la compagnia statale cinese ha acquistato le quote di maggioranza del Pireo, il porto oggi diventato il più grande del Mediterraneo. Gli investimenti cinesi nel porto greco del Pireo – come parte del progetto della nuova Via della Seta (BRI) – hanno incrementato il commercio fra i due paesi. Il valore delle importazioni dalla Cina è passato dai 2,89 mld di euro del 2016 ai 3,74 mld di euro del 2020. Nel maggio del 2020 il Centro di Lavoro del Pireo e un gruppo di 115 cittadini locali hanno presentato un’istanza al tribunale amministrativo supremo della Grecia, richiedendo la cancellazione delle decisioni che hanno dato il via libera allo sviluppo dal porto ma, nonostante il fatto che lo sviluppo del porto del Pireo potrebbe inquinare e compromettere una parte significativa della pesca, non c’è stata molta attenzione da parte dei media greci alla situazione.

L’esposizione debitoria dei Balcani occidentali nei confronti della Cina è rilevante e sembra destinata a crescere. Ancora più grave è la situazione debitoria che si è venuta a creare tra il Montenegro e la Cina, a seguito della realizzazione ancora in corso, di una autostrada che dovrebbe collegare Podgorica, la capitale del Montenegro, con Belgrado. Uno studio realizzato dalla filiale austriaca della UniCredito ha calcolato che ogni cittadino montenegrino è gravato di un dedito di circa mille euro nei confronti degli investitori cinesi. Da luglio il paese dovrà restituire a Pechino un miliardo di dollari ma i soldi non ci sono e l’UE non sembra decisa a dare un euro al paese per cui è facile che Pechino comprerà un pezzo del paese. Un’opera di ingegneria, certo, quella in corso di realizzazione ma soprattutto un mossa geopolitica che mette i bastoni fra le ruote dell’UE. Per molti questa strada è già un’incompiuta. Dovrebbe collegare il porto montenegrino di Bar al confine con la Serbia e poi Belgrado: una prima rata di 61 milioni di dollari di questo enorme debito scade il 1° luglio ma i soldi non ci sono e il governo montenegrino non li avrà per costruire gli altri 80 km. Ma soprattutto non ci saranno le automobili e i camion che dovrebbero pagare i pedaggi. Un debito di un mld. di dollari, per solo un terzo dell’autostrada, è un debito enorme per questo piccolo paese, pari ad un quarto di tutto il debito estero per cui la Cina di fatto finirà per comprarsi una parte del Montenegro. L’attenzione sulla vicenda è stata accesa dal giovane Dritan Abazovic, vicepremier nel governo che nel mese di aprile si è recato a Bruxelles per scongiurare l’UE ad aiutare a pagare quel debito ma un portavoce dell’UE ha fatto sapere che l’UE non può pagare un debito che un paese ancora fuori dell’UE ha contratto con un altro Paese terzo. Per molti – scrive il quotidiano La Repubblica del 25 aprile scorso – “questa non è un’autostrada ma un cavallo di Troia”. Miodrag Lekic, già ambasciatore jugoslavo in Italia ai tempi della guerra del Kossovo, ed oggi presidente della commissione esteri nell’Assemblea Nazionale, ha dichiarato che “i cinesi non sono ingenui, si sono tutelati perché hanno preteso che, in caso di contestazione, a decidere sarà un Tribunale di Pechino”.

Se dunque la UE non aiuterà a trovare i soldi per pagare quel debito, la Cina diventerà “proprietaria” di un pezzo del Montenegro, un paese candidato ad entrare nell’UE e già membro della NATO.

Non dimentichiamo che il Montenegro ha presentato domanda di adesione all’UE fin dal lontano 2008 e dal 2012 sono stati aperti i negoziati per l’ingresso nell’UE di questo piccolo paese senza dimenticare che, malgrado le resistenze della Federazione Russa, il Montenegro è diventato membro della Nato. L’ingresso della NATO ha preceduto, per diversi paesi che facevano parte dell’ex Unione Sovietica, il successivo ingresso nell’UE. Nel caso venisse rifiutato al Montenegro l’aiuto di cui ha bisogno, si tratterebbe di un grave caso di miopia politica da parte dell’UE, un grave errore che sicuramente porterebbe conseguenze disastrose nella prospettiva dell’adesione degli altri ex paesi jugoslavi.

Giugno 2021

 ESPANSIONISMO CINESE NEI BALCANI

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