skip to Main Content

Dignità della persona e fine vita

Chiamato a pronunciarsi sul caso Cappato, reo confesso di aver assistito il dj Fabo, il Tribunale di Milano – ritenendo che non sussistesse il reato previsto dall’art. 580 c.p., sollevava la questione di costituzionalità della norma ritenendo che la Costituzione e la Cedu garantiscono “all’individuo la libertà di decidere quando e come morire” chiedendo, dunque, alla Consulta se fosse costituzionalmente corretto punire, nella fattispecie in questione, chi non ha istigato, convinto o incoraggiato qualcuno a suicidarsi, interferendo nella sua sfera di libertà, ma ha solo aiutato materialmente una persona che era già autonomamente determinata a farlo. La Consulta, preso atto che l’art. 580 c.p. era stato approvato addirittura negli anni ’30 affermava che bisognava riflettere su specifiche situazioni inimmaginabili all’epoca in cui la norma fu introdotta aprendo al concetto di incostituzionalità, affermando però che doveva essere il Parlamento a decidere che cosa fare di quella norma fissando una data – quella del 24 settembre – per fare una legge che chiudesse la delicata questione. Ipotesi del tutto irrealizzabile a causa della crisi di governo, anche perché per la delicatezza dell’argomento, sarebbe stato necessario un dibattito approfondito per cui probabilmente la Consulta si esprimerà per l’“incostituzionalità” della norma, per cui il Parlamento avrà tempo per fare una legge ad hoc, nel rispetto del verdetto espresso dalla Consulta.

A questo punto, in un convegno organizzato recentemente a Roma da un rete di associazioni cattoliche, la Cei, rilancia la battaglia non solo contro il suicidio assistito ma mettendo in discussione anche la norma sul testamento biologico, approvata dal Parlamento nel 2017, chiedendo di inserire nel corpo della norma anche l’obiezione di coscienza per i medici, stravolgendo la ratio della norma che prevede l’obbligo per i medici di eseguire quanto lasciato scritto dal paziente. Il cardinal Bassetti ha ribadito la posizione della Chiesa (non tutta a dire il vero) sia sul suicidio assistito che sull’eutanasia affermando che “anche in caso di una grave malattia, la richiesta di morire non può essere accolta per il solo motivo che proviene dalla libertà del soggetto. Quella di darsi la morte non è una scelta di libertà. Non esiste un diritto a darsi la morte …anche perché la vita è un dono che abbiamo ricevuto e dobbiamo condividere” chiedendo al Parlamento in extremis di fare una legge, entro il 24 settembre prossimo, sperando in una legge che vieti ogni apertura in Italia al suicidio assistito, disinnescando una decisione autonoma della Consulta che potrebbe accogliere il ricorso e dunque non ritenere più reato un gesto come quello commesso da Cappato: di fatto si tratterebbe di una legalizzazione del “suicidio assistito”.

Su La Repubblica di ieri – rispondendo ad un lettore che criticava la posizione assunta dal porporato – Corrado Augias richiamava quanto scritto anni addietro da Ernesto De Martino, eminente etnologo e storico delle religioni il quale scriveva che: “quando una persona sente che non è più dignitosa quella vita che ha vissuto o che tutto ciò è perso o è sopraffatto dalla sofferenza ha il diritto che venga rispettata la sua autonoma scelta di optare per la morte”. “Come dissentire – conclude Augias – da parole di così pacata consapevolezza? Come escludere dalle libertà di un individuo la scelta di andarsene in pace?”. Non crediamo che, dopo tanti anni di battaglie civili – si ricordi il caso di Eluana Englaro – si torni a rimettere in discussione il principio di autodeterminazione dell’individuo, anche se siamo certi che bisognerà ancora lottare per rivendicare il “diritto di morire” come scriveva un autorevole medico cattolico, il professor Umberto Veronesi il quale così si esprimeva: “E’ questo diritto che voglio difendere, nell’ambito di quel  concetto omnicomprensivo che è il diritto di ogni uomo all’autodeterminazione, cioè il diritto alla libertà”.

Settembre 2019

Dignità della persona e fine vita

 

 

 

Back To Top
Translate »