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ANCORA NEPOTISMO DIETRO LE QUINTE

Mentre l’Italia e l’Europa si dibattono in una guerra che sembra non avere fine contro il virus, senza clamori dietro le quinte della politica, ci son quelli che sperano far passare inosservata un’assunzione in massa per parenti e amici. “E’ il caso della regione Calabria dove il Consiglio regionale a sei mesi dalle elezioni – scrive Sergio Rizzo sulle colonne de La Repubblica del 7 marzo scorso – ha votato un provvedimento per la stabilizzazione di 208 precari, assunti da enti regionali senza concorsi”. Ma non si tratta di precari qualsiasi ma di precari imparentati con politici locali o amici – cui non si può rifiutare un favore – altrimenti che amicizia è? Un’iniziativa neppure tanto originale visto che questa Regione è condannata a campare sul pubblico impiego. Tanto per fare nomi, c’è il fratello di un deputato calabrese della Lega di Matteo Salvini – o come il commissario di Fratelli d’Italia a Bovalino oltre ad alcuni consiglieri ed ex consiglieri regionali o come una parente dell’ex commissario di Calabria Lavoro. “Nome che è tutto un programma” annota Rizzo. Proprio l’ente pubblico creato per favorire l’occupazione che dovrebbe trovare lavoro a chi non lo ha, guidato anch’esso da un politico: tal Giovanni Forciniti, già sindaco diessino di Mirto Crosia, nel cosentino, quindi assessore ai Trasporti della provincia di Cosenza, infine candidato alle elezioni regionali con il centro-sinistra. Dopo il compromesso “storico” sul governo del Presidente, tutti i partiti dell’area costituzionale si trovano d’accordo ad assumere misure del genere che possono senz’altro interessare il codice penale. Come si fa a chiedere alla gente di rispettare le regole se si lasciano impuniti quelli che le dovrebbero far rispettare? E’ per questo che cresce sempre più la sfiducia non solo nella classe politica ma anche sul sistema giudiziario italiano che lascia impuniti questi reati che continuano a rendere fragile la nostra democrazia. Il fatto è che a più riprese la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità delle leggi della Regione Calabria che prevedevano la stabilizzazione dei precari. Nonostante ciò, i politici locali insistono. Anche la presidente della Regione, Jole Santelli, prematuramente scomparsa, denunziava che “ci sono 800 persone che lavorano negli uffici della Regione ma non sappiamo a quale titolo e per fare cosa”. E’ purtroppo il lascito ereditario che fin dalla nascita della Repubblica ad oggi il Sud d’Italia si tira dietro per cui nessun cambiamento nella direzione politica riesce a debellare il problema. “Paradossalmente, chiude l’articolo Rizzo, il primo firmatario della legge per assumere i 208 precari è proprio il presidente del gruppo consiliare “Jole Santelli presidente”.

Marzo 2021

ANCORA NEPOTISMO DIETRO LE QUINTE

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