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ALBANIA e MACEDONIA PIU’ VICINE ALL’UE

La Repubblica del 18 u.s. ci informa che entro l’estate saranno ripresi i negoziati per l’adesione all’UE di Albania e Macedonia. Per quanto riguarda l’Albania, “a convincere Bruxelles – scrive il giornale – sono stati i passi avanti compiuti da Tirana nelle riforme della pubblica amministrazione e della giustizia”. Quanto alla Macedonia, a dare forza a questa richiesta di adesione, formulata già da diversi anni, sono stati i contatti con la Grecia per risolvere la disputa sul nome del paese che la Grecia continua a contestare, ritenendo di essere stata “espropriata” del proprio passato. Una disputa davvero fuori tempo massimo, per la quale nei mesi scorsi addirittura tutto il paese è sceso in piazza per rivendicare un cambiamento di nome della Macedonia, provocando l’intervento della Commissione che ha invitato formalmente la Grecia a risolvere queste vicende al più presto possibile. L’ingresso dei due paesi nell’UE sicuramente favorirà anche l’ingresso, pur esso sollecitato da tempo, della Serbia e del Montenegro per cui in un prossimo futuro anche i problemi di questa tormentata area politica potranno essere risolti alla luce di una comune appartenenza dei paesi balcanici all’UE, consentendo anche l’adesione alla Boznia-Erzegovina. La decisione sarà al vaglio del Consiglio europeo nel mese di giugno prossimo: il presidente francese, pur confermando di essere favorevole a questa scelta, ha precisato di essere contraria a nuovi allargamenti se non si provvederà prima ad una riforma dell’UE, eliminando innanzitutto il diritto di voto su alcune materie sensibili in modo da poter funzionare anche col sistema della maggioranza assoluta. Se questa è una riforma auspicabile, non è detto che non possa andare di pari passo con l’ingresso di questi paesi nell’UE. Questo allargamento può essere visto sicuramente come un ulteriore passo avanti nella prospettiva di una più larga integrazione di tutti i paesi europei rendendo più forte l’UE nell’ambito internazionale, contro tutte le previsioni catastrofiche sulla fine dell’UE. Certo, la risposta spetta oggi al Consiglio dei rappresentanti degli Stati aderenti, per cui la decisione è un vero banco di prova sulla tenuta dell’UE. Non sarà un cammino facile, tenendo conto sia delle riserve sollevate già dalla Francia ma anche di quelle del  gruppo di Visegrad, contrari ad ogni limitazione della propria sovranità. Ma non esistono altre possibilità perché la prospettiva di uno scioglimento dell’UE –teoricamente possibile – finirebbe per condannare i paesi di questo continente a un inevitabile declino politico e sociale. Un vero e proprio suicidio collettivo che, pensiamo, possa essere risparmiato a questo continente.

Aprile 2018

Avv. E. Oropallo

Albania e Macedonia più vicine all’UE

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