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SANGUE INFETTO: ITALIA CONDANNATA PER ECCESSIVA DURATA DEL PROCESSO.

Ancora una volta la Corte EDU con sentenza del 14.1.2016 ha sanzionato il Governo Italiano per eccessiva durata del processo. La vicenda prende le mosse da 19 ricorsi presentati da 889 cittadini in base all’art. 34 Convenzione EDU, in quanto vittime di trasfusioni di sangue infetto o utilizzo di emoderivati. La legge italiana n. 210/1992 prevede un indennizzo per chi abbia subito una menomazione permanente della integrità psico-fisica da vaccinazioni obbligatorie per legge. Tale indennizzo è stato espressamente esteso anche ai soggetti che risultano contagiati a seguito di somministrazioni di sangue e suoi derivati, nonché agli operatori sanitari. La Corte EDU, richiamandosi a precedenti decisioni, evidenzia che le procedure civili attivate dai ricorrenti hanno avuto una durata irragionevole. Durata che si è prolungata, secondo i casi, da cinque anni e tre mesi a dodici anni di giudizio, da sette anni a quattordici anni e sette mesi per due gradi di giudizio sino a quattordici anni ed un mese per tre gradi di giudizio. Ritiene, quindi la Corte che vi sia stato una violazione dell’art. 6 della Convenzione, oltre a ritenere che l’indennizzo non fosse effettivo per cui ha condannato l’Italia anche per violazione della norma che assicura il diritto alla tutela giurisdizionale effettiva tenuto conto che in alcuni casi ci son voluti ben 12 anni per un solo grado di giudizio per ottenere l’indennizzo. La Corte ha preso atto dell’art. 27 bis della C. n. 114/14 introdotta dal Governo italiano che ha previsto una procedura accelerata per chiudere tutti i processi entro il 31.12.2017 per cui i ricorrenti potranno promuovere nuovo ricorso alla Corte limitando l’ulteriore violazione, ove i processi in corso non terminassero entro quella data. Ben magra soddisfazione per quelle famiglie che hanno visto morire i propri congiunti senza ottenere il risarcimento previsto da una legge dello Stato. Ancora una volta – e sta accadendo ormai spesso- la Corte EDU, oberata da migliaia di ricorsi, buona parte proveniente da cittadini italiani, rinunzia al suo ruolo di garante dei diritti confidando su una incerta soluzione ventilata dallo Stato Italiano. Se lo Stato non ha rispettato in questi anni il diritto del cittadino, si può credere veramente nella promessa dello Stato che rinvia ancora una volta di 2 anni il pagamento effettivo dell’indennizzo? Ci sarà ancora la Corte EDU a riparare il torto subito? Le istituzioni europee – soprattutto la Corte EDU – sono in crisi anche per il notevole aumento dei ricorsi – che riguarda non solo i paesi UE ma anche altri paesi per cui è opportuno filtrare i ricorsi eliminando quelli inammissibili e consentendo così la possibilità di esaminare quelli che abbiano seri elementi di fondatezza. Si tratta di riorganizzare tutta la struttura giudiziaria della Corte e alcuni passi in questo senso già sono stati fatti ma ne parleremo in una prossima nota.

Fonte D&G del 15.1.2016

Nota a cura Avv. E. Oropallo

 

 

 SANGUE INFETTO ITALIA CONDANNATA PER ECCESSIVA DURATA DEL PROCESSO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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