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L’ACCOGLIENZA A DUE VELOCITA’

La Caritas di Bologna ha accusato i bolognesi di aver aperto le porte a chi arriva a Bologna per sfuggire alle bombe russe mentre per i migranti provenienti dall’Africa resta un problema quello dell’alloggio. L’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo invita ad evitare “letture maliziose” “perché sarebbero ingenerose nei confronti dei bolognesi. Bologna ha una tradizione di accoglienza molto forte”. Ma anche a caro prezzo: ne sanno qualcosa anche gli studenti fuori sede che fanno fatica a trovare un alloggio in città a prezzi accessibili. “Non possono esserci profughi di serie A e di serie B” come dice Matteo Salvini, e questo è una sciocchezza assoluta, mentre Morgantini, dal suo osservatorio delle Cucine Popolari sottoscrive l’allarme della Caritas. In effetti – scrive La Repubblica del 4 aprile scorso – “il tema è la diversità. Una cosa è l’Europa e una è l’Africa”. E il direttore di Acer, Marco Bertuzzi, aggiunge che: “Non c’è secondo me un tema razziale ma un tema di pregiudizio di tanti bolognesi nei confronti di chi ha bisogno di un alloggio popolare” ricordando che il Comune ha deciso di smantellare la vecchia agenzia per l’affitto che “non è mai riuscita a coinvolgere i proprietari privati a offrire le loro case vuote”. Atteggiamento che ricorda quando dopo il terremoto dell’Irpinia i proprietari delle case sfitte facevano di tutto per evitare che le proprie case fossero occupate dai terremotati rimasti senza casa. Una forma di solidarietà che fa capire come i pregiudizi in Italia sono molto più diffusi di quanto si pensi.

Aprile 2022

L’accoglienza a due velocità

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