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La regolamentazione del settore audiovisivo nell’ ambito della U.E.

La direttiva 89/552/CEE del Consiglio del 3.10.1989 costituisce la pietra angolare della politica audiovisiva dell’Unione Europea. Due sono i principi fondamentali posti a base di questa politica: la libera circolazione dei programmi televisivi europei nell’ambito del mercato interno e l’obbligo, per le reti televisive, di riservare, possibilmente, più della metà del tempo di trasmissione ad opere europee (cd. quota di diffusione).

Nel dicembre 2007 la Commissione ha presentato una revisione della direttiva (TSF) “Televisione senza frontiere”, volta principalmente a modernizzare le norme esistenti tenendo conto delle innovazioni tecnologiche e commerciali del settore audiovisivo europeo.

La direttiva 2007/65/CE, entrata in vigore il 19.12.2007 (G.U. L. 332 del 18.12.07) fissa il termine ultimo del 19.12.2009 per il recepimento da parte degli Stati membri che sono tenuti a presentare ogni due anni alla Commissione una relazione relativa all’applicazione della direttiva. La direttiva mira anche a snellire le normative attuali, segnatamente in materia di pubblicità, e ad operare una distinzione tra i servizi “lineari” (televisione tradizionale, internet, telefonia mobile) e i “non lineari” (televisione e informazioni su richiesta).

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