skip to Main Content

INTOLLERANZA E RAZZISMO NEL CUORE D’EUROPA

Qualche anno fa – era ancora il 2009 – ebbi a scrivere (Profili – Nuova Europa) come la crisi economica avesse riportato alla luce il razzismo con la recrudescenza di episodi non più isolati – proprio nel cuore dell’Europa – ricordando come in Italia la Lega avesse nel proprio programma politico la soppressione della minoranza rom, anche se si tratta di cittadini italiani a tutti gli effetti. Oggi, difronte alle ondate degli immigrati che tentano di sfuggire alla fame e alla disperazione, la Lega si oppone alla accoglienza degli immigrati “economici” quasi potesse distinguersi tra chi chiede l’asilo politico e chi emigra invece per sfuggire alla fame e chiede solo un lavoro. Segnalavo come ben più preoccupanti erano i segnali provenienti dal Centro Europa, in particolare dall’Ungheria dove la destra xenofoba – che oggi fa parte di una coalizione di governo – poteva contare su una forte organizzazione paramilitare. Oggi sappiamo che una delle rotte seguite dagli emigranti per raggiungere il Nord Europa, passa attraverso la Serbia e l’Ungheria. Il governo ungherese ha già annunciato di voler costruire una barriera di cemento al confine con la Serbia per controllare e respingere gli immigrati. In attesa della costruzione del muro, alla frontiera la polizia li carica su treni che vengono piombati per evitare che qualcuno possa tentare la fuga portando questi disgraziati poi nei centri di accoglienza (si fa per dire!) dove decidere della loro sorte. La televisione ci ha mostrato visi emaciati, sguardi pieni di terrore, bambini e donne ammassati in vagoni sporchi e maleodoranti. Queste immagini ci riportano ad un passato che si pensava superato ma la realtà ci sta mostrando come il passato possa ripetersi anche se oggi ad essere perseguitati non sono gli ebrei ma gli immigrati. L’UE, pur avendo condannato pubblicamente la decisione del governo ungherese di costruire un muro, nulla ha fatto ufficialmente per sanzionare questo comportamento inumano delle autorità ungheresi. Se vi sono delle regole valide per tutti i paesi che aderiscono all’UE, ebbene che esse siano applicate rigorosamente soprattutto nei confronti di quei paesi che sistematicamente le violano. Dopo la caduta del muro di Berlino, non abbiamo bisogno di altri muri ma di solidarietà e di tolleranza. Non vogliamo l’Europa delle banche e dei poteri forti ma un sistema solidale dove i diritti civili siano patrimonio di tutta la comunità. Ce lo indica la Carta dei diritti fondamentali dell’UE, ce lo impone la nostra tradizione umanistica. 

Luglio 2015

INTOLLERANZA e RAZZISMO nel CUORE d’EUROPA

Back To Top
Translate »