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In nome del Popolo Sovrano

Non è una novità che il sistema politico italiano stia scivolando lentamente ma inesorabilmente verso una deriva autoritaria. Non è un caso che ormai il governo attuale legiferi a colpi di decreti- legge, forte della larga maggioranza di cui gode in Parlamento il quale di fatto è espropriato dei legittimi poteri che gli sono attribuiti dalla Costituzione, in primis quello di legiferare. Non è un caso che il Presidente del Consiglio ha accentrato, sua sponte, una serie di poteri che non gli spettano, sottraendo al controllo costituzionale degli altri organi dello Stato il volume di spesa della Presidenza.

La vicenda recente dei referendum abrogativi ne è la più aperta conferma. Il governo che – tramite il suo Presidente – si appella continuamente al responso del corpo elettorale per legittimare il suo primato politico, non ha ritenuto questa volta che gli elettori fossero in grado di poter esprimere il loro personale convincimento perché negativamente condizionati, a parere del Governo, dalla recente tragedia di Fukushima.

Ma veniamo a chiarire innanzitutto la vicenda sotto il profilo giuridico. Sulla scorta della richiesta di referendum firmata da oltre due milioni di cittadini, senza il sostegno dei partiti, la Corte Costituzionale con pronuncia n. 28 del 26.1.2011 dichiara “ammissibile la richiesta di referendum abrogativo dell’art. 23 bis l. 25.6.2008 n. 112 e con modificazioni, nella l. 6.8.2008 n. 133, limitatamente alle seguenti parti: art. 7 comma 1, lett. d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare; della l. 23.7.2009 n. 99, limitatamente alle seguenti parti: art. 25 comma 1°, limitatamente alle parole: “della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare” e di altri provvedimenti analoghi sempre riferibili al piano nucleare del governo.

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In nome del popolo sovrano

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