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Di Maio, l’Europa e la piattaforma Rousseau

Di Maio, l’Europa e la piattaforma Rousseau

In una sua intervista rilasciata qualche giorno fa il leader del M5S non si smentisce sugli obiettivi che si pone il Movimento. Restare in Europa e nell’Euro ma con l’Italia protagonista. Sembra davvero strano tutto ciò: si parla di Europa ma nel frattempo resta ancora vuoto il posto di Commissario europeo cui ha diritto l’Italia. Ancora, se l’Italia è agli ultimi posti in Europa, ciò è dovuto soprattutto alle decisioni maturate in seno al precedente esecutivo di disertare spesso gli incontri dove si decide sul futuro dell’Europa. Il capo politico dei 5 Stelle avrebbe chiarito che la nascita del nuovo governo riprenderà dal voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau.  In pratica, si conferma che un accordo di governo preso a livello istituzionale, possa essere annullato da un voto negativo sulla piattaforma. E’ davvero assurdo tutto ciò, e contrario a tutte le dinamiche istituzionali. Insomma, mentre tutti i protagonisti di questo nuovo governo esprimono ottimismo e sono pronti a partire con programmi che, si dice, sono già stati previsti, resta l’ombra di questo voto che potrebbe azzerare tutto quello fatto fino ad oggi. Il Presidente Mattarella ovviamente è fuori da questi giochi ma se il responso della piattaforma fosse negativo, che cosa ci dobbiamo aspettare? Anche perché c’è chi all’interno del M5S, continua a remare contro questo accordo, come Di Battista, tanto per fare un nome. Se è questo il senso delle dichiarazioni rese dal leader del M5S non si vede come il PD e il premier designato diano per realizzato quello che aspetta ancora una “ratifica” da questo presunto atto di “democrazia diretta”. Non è un caso, e qui Salvini sarebbe d’accordo anche lui, che Di Maio rivendichi anche una riforma costituzionale che faciliti il ricorso al Referendum. Ma c’è un altro punto ancora su cui ci sono valutazioni contrastanti. Su FB sempre il capo politico del M5S dichiara che: “tutti i 20 punti che il M5S ha presentato al Presidente Giuseppe Conte sono affrontati nel Programma di Governo”. A meno che il capo del M5S non voglia ingannare i propri iscritti che andranno a votare questo significa che Di Maio non ha affatto rinunziato a quell’ultimatum che aveva raggelato la trattativa. Se così fosse, altro che accordo! Si andrebbe a fare un governo con tanti dubbi e riserve che potrebbero paralizzare fin dalla nascita l’attività di governo. Ma di questo sono consapevoli il Presidente del Consiglio designato e Zingaretti? O si darà a Di Maio la possibilità di giocare ancora sulla pelle degli italiani? Se così sarà, questo referendum “di gradimento” lanciato in rete, ad affossare un’anitra pazza c’è sempre tempo, prima della catastrofe annunciata. Confidiamo che il Presidente Mattarella, prima di confermare il mandato a questo governo, verifichi specificamente quale sia il contenuto del programma, se esso va nella direzione di un governo forte che possa durare fino alla fine della legislatura o si tratta di un governo destinato a sciogliersi come neve al sole.

Settembre 2019

Di Maio, l’Europa e la piattaforma Rousseau

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