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UN PATTO CRIMINALE!

Era un po’ di giorni che l’ex Ministro degli Interni del governo Gentiloni -ricordava ai suoi amici del PD che stava per scadere l’accordo che era stato fatto con la Libia proprio da un governo di sinistra per bloccare in Libia i migranti che attraversano il paese libico per approdare alle coste italiane. Il nuovo, anzi quello stesso presidente del Consiglio che aveva nel governo passato votato il decreto Salvini – per non sporcarsi le mani ancora una volta- faceva sapere che se ne sarebbe riparlato. Il Presidente del Parlamento Fico richiedeva che anche il Parlamento doveva essere coinvolto nella revisione del memorandum con la Libia. Nelle settimane scorse, dopo l’accordo sottoscritto a Malta, sembrava che qualcosa fosse cambiato nell’affrontare il problema migratorio. Ma si trattava sostanzialmente di un bluff che oggi sta per essere scoperto. Innanzitutto giacciono in Parlamento due disegni di legge che smontano, pezzo per pezzo, i decreti sicurezza di Matteo Salvini. A firmarli sono i deputati Matteo Orfini e Giuditta Pini entrambi del PD. “Mi aspetto – ha dichiarato Orfini – che il PD su questo non tentenni e cambi linea” chiedendo giustamente che Zingaretti si impegni in questa battaglia proprio per mostrare “discontinuità” rispetto al governo precedente. Non sarà facile, anche alla luce della decisione presa a Bruxelles nel corso della votazione sui porti aperti dopo che il M5S si è astenuto per cui – anche se per un pugno di voti – la mozione non è stata approvata. “Non siamo al governo per proseguire le politiche di Salvini ma per cambiarle” ribatte Orfini. Ma sembra invece, che sia accaduto il contrario se oggi il governo ha deciso, come riporta la stampa, di confermare questo patto scellerato, pur accennando all’ipotesi di modificare il memorandum presentato dal governo libico. Quali siano queste modifiche non è ancora chiaro ma resta il fatto che con “il suo assordante silenzio-assenso” come scrive “La Repubblica” di ieri, l’Italia continuerà per i prossimi tre anni a pagare la Libia per fare quel lavoro sporco che l’Europa di cui fa parte ritiene illegittimo (almeno a parole) e soprattutto contrario al rispetto dei diritti umani. In effetti, questo patto scellerato con la Libia ricorda lo stesso patto che l’UE ha fatto col regime di Erdogan per trattenere in Turchia i profughi siriani e di altre regioni medio-orientali che cercano di sfuggire alla sporca guerra scatenata dagli interessi dei grandi paesi capitalisti e quindi non si può ritenere estranea a questa ulteriore violazione di ogni diritto umano condannando migliaia di migranti a morire in centri di detenzione-lager. Ma c’è da aggiungere che la tratta dei migranti nel mare di Sicilia è organizzata proprio dagli stessi aguzzini che li tengono in catene in questi centri. “Il codice Minniti – dice Filippo Miraglia – responsabile immigrazione dell’ARCI – conferma le ragioni che ci spingono a chiedere la cancellazione degli accordi con la Libia. Per cambiare pagina si ponga fine a questa follia e si metta subito in campo un piano straordinario di evacuazione delle persone detenute”. Sembrava che gli accordi sottoscritti a Malta nelle settimane scorse avessero convinto l’Europa – o una parte di essa – ad accettare un piano di ripartizione dei migranti tra alcuni paesi dell’Unione con la prospettiva di allargare l’accordo anche agli altri paesi. Ma fino ad oggi non sembra che altri paesi hanno spontaneamente aderito a questo accordo per cui gli sbarchi sono continuati anche se l’approdo al naviglio delle ONG viene concesso con il contagocce mentre i libici, per rafforzare il loro ruolo, hanno aperto il fuoco contro due piccoli gommoni della ONG tedesca Alan Kurdi impegnati nel soccorso di 90 migranti, come denunciato dal portavoce delle ONG. Ancora – è una notizia di ieri – l’UNHCR – organo delle Nazioni Unite – denunciava che alla guida della guardia costiera sarebbe stato nominato un certo Bija, nonostante sia considerato un trafficante di uomini, sul quale la Corte internazionale dell’Aja ha aperto un’indagine mentre il procuratore generale di Tripoli ha spiccato il 23 aprile scorso un mandato di cattura nei suoi confronti. Un criminale che avrebbe addirittura partecipato il 15 maggio 2017 ad un vertice tenutosi a Roma – in rappresentanza del governo libico -. Tanto per confermare come i rappresentanti ufficiali del governo libico non siano estranei a questi traffici illeciti. Emma Bonino in un’intervista rilasciata al giornale La Repubblica di ieri 30.10 –fuori da ogni ipocrisia –  ha paragonato l’accordo Italia-Libia al patto scellerato Stato-Mafia. “L’intesa con la Libia è una pura maschera. Quelli che vengono chiamati “campi di accoglienza” sono lager dove i migranti irregolari vengono venduti, violentati e uccisi da parte di milizie che rappresentano sia le istituzioni che le organizzazioni criminali“. Concludendo amaramente che “questo esecutivo è rassegnato a dover continuare sulla stessa strada indicata dall’ex inquilino del Viminale per non concedergli (sbagliando) ulteriore vantaggio”. Sempre sulle colonne de “La Repubblica” del 30.10 Gad Lerner scrive che è comprensibile che “il ministro Di Maio, dopo aver appoggiato per diciotto mesi il finto blocco dei porti e la vera guerra alle ONG del suo partner Salvini, oggi preferisca rinnovare il memorandum facendo finta di niente …se la sente Zingaretti di avallare ancora la tesi temeraria secondo cui la Libia sarebbe un porto sicuro..?” aggiungendo che “giustificare oggi la proroga del memorandum con la vaga promessa di una futura azione congiunta tra UE, Unione africana e ONU per l’evacuazione dai campi di prigionia, appare solo una diversivo velleitario. Motivato, come al solito, dalla paura di regalare altri consensi a Salvini e Meloni….anziché procedere alla revisione dei decreti sicurezza di Salvini e ..rinviare il varo di una nuova legge sulla cittadinanza”. Fatti questi “che smentiscono l’annunciata volontà di operare una svolta rispetto alla demagogia dei porti chiusi”. Se il rifiuto di confermare questo patto scellerato da parte del PD può mettere fine a questo accordo di governo con il M5S, ebbene che esso avvenga pure, in nome dei principi fondamentali posti a base della nostra convivenza civile, richiamati insistentemente anche dal Capo dello Stato. Non possiamo piegarci ad una politica scellerata che peserà come un macigno su una prospettiva di rinnovamento. Innanzitutto, se il governo avesse davvero a cura di affrontare il problema migratorio, dovrebbe sapere che proprio l’ampiezza del fenomeno – che non si fermerà nei prossimi anni – esige che esso sia affrontato a livello europeo. Perché non sollevare il problema a Bruxelles? Perché non usare tutti i canali possibili per mettere l’UE in condizione di gestire direttamente questo fenomeno? Se non lo fa, l’UE finisce per soccombere sotto l’attacco del sovranismo che frena ogni prospettiva di rinnovamento del progetto europeo. Se anche questo orizzonte fosse oscurato dalle resistenze delle nazioni, ebbene l’Italia non può ritenersi estranea ad un genocidio di massa come quello che si sta compiendo in Libia. Facciamo valere i nostri valori, ribelliamoci a questa oscena alleanza, mandiamo a casa i Salvini, i Di Maio, il nostro Presidente del Consiglio bi-partisan che finora si è tirato fuori dalla mischia, ma anche tutti i falsi profeti della sinistra per costruire un fronte di opposizione a questa politica che soffoca ogni sentimento umanitario. La gioventù di questo continente ha mostrato la strada da percorrere mentre i nostri governanti mancano di coraggio per affrontare quelle sfide che possono cambiare il corso della storia. Mandiamoli a casa prima che sia troppo tardi: resterà pure qualcuno capace di comprendere che non possiamo difendere un nostro “presunto benessere” – che vale solo per chi ne è partecipe – soffocando la libertà e la vita di milioni di esseri umani.

Un patto criminale

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