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MISURE ANTICOVID DIFFERENZIATE?

Vi sono, per quanto riguarda la pandemia, misure contrastanti che il governo ha assunto assolutamente incomprensibili, quando invece per tutti gli utenti dovrebbe essere assicurato un identico livello di sicurezza. Ma non pare proprio così. In un’intervista l’amministratore delegato di Italo, l’azienda che assicura l’alta velocità sulle tratte ferroviarie italiane in concorrenza con Trenitalia, commenta la grave situazione di crisi in cui si trova l’azienda a causa della decisione del governo che solo per l’Alta Velocità ha confermato il tetto per la capienza al 50% mentre per i treni locali e regionali il tetto arriva all’80%. “In queste condizioni – lamenta l’AD, Italo non può più sopravvivere a lungo” per cui “se non cambierà la misura applicata oggi”, teme che “nel giro di due mesi la circolazione dei treni Italo si arresterà con gravi ripercussioni sull’occupazione di circa 1500 persone con il rischio che arrivino a 5000 considerato l’indotto, oltre all’impatto sul libero mercato e sulla mobilità del paese”. Eppure le 18 misure di sicurezza che Italo ha adottato sui treni sono molto più efficaci di quanto avviene per i treni regionali perché ogni passeggero che sale a bordo deve effettuare la misurazione della temperatura mentre questo non accade per i treni regionali. Effettivamente, se la sicurezza del passeggero va tutelata su tutti i mezzi di trasporto pubblico non si vede perché i treni regionali possono viaggiare con la capienza dell’80% anche se c’è da aggiungere che non c’è alcun controllo su questi treni perché non vi è obbligo di prenotazione per cui – soprattutto negli orari di punta – i treni viaggiano spesso con la copertura totale dei posti a sedere ed anche con persone che restano in piedi. Effettivamente non c’è logica in questa diversità: anzi, sembra quasi paradossale che si voglia proteggere meglio le fasce più alte dei viaggiatori, riservando ai pendolari, ad esempio, una sicurezza più limitata. “Con la riapertura delle scuole, addirittura i bus sono affollati senza rispetto di alcuna regola”–come è stato documentato da stampa e televisione in questi giorni-. Il presidente TPER qui in Emilia Romagna ammette che a decidere per una capienza dell’80% sia stato il Comitato Scientifico in base a valutazioni tecniche. “Con una capienza all’80% un autobus di 12m può portare tra le 60 e le 80 persone, mentre uno di 18m tra le 100 e 130 in deroga al distanziamento”. “E’ per questo che a bordo è obbligatorio tenere le mascherine come in tutte le altre situazioni in cui non si riesca a rispettare il metro”. Ma a questo punto si rivela ancora più inspiegabile che sui treni – per rispettare il distanziamento – si arrivi ad una capienza del 50% perché al contrario dovrebbero essere i treni locali e gli autobus urbani a rispettare rigorosamente il distanziamento trattandosi di giovani che potrebbero essere infettati con un effetto moltiplicatore nell’ambito familiare laddove in treno c’è maggior controllo per cui anche per i treni ad alta velocità va modificato il tetto di capienza portandolo all’80%, anche per evitare maggiori ripercussioni sull’occupazione.

24/9/2020

Misure anticovid differenziate

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