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IL QUOTIDIANO “IL DUBBIO” FA IL PUNTO SULLA RIPARTENZA DELL’ATTIVITA’ GIUDIZIARIA

Al primo luglio scorso vi è stata la ripartenza delle attività dei Tribunali che sarà praticamente inattuabile e pertanto verrà rinviata, se tutto andrà bene, al mese di settembre”. Sono queste le conclusioni del Presidente del Coa di Catanzaro Antonello Talarico, reduce dall’incontro col Vice-capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria di Via Arenula. “Almeno secondo l’avvocatura, impossibile garantire la ripartenza, se il personale di Cancelleria non tornerà effettivamente al lavoro sul campo. Probabilmente – dice a “Il Dubbio” Rosario Pizzino, Presidente del Coa di Catania che – andremo incontro ad una ripresa virtuale…”. “Si rischiano assembramenti, file, rinvii, insomma tutto meno che il ritorno alla normalità” commenta il giornale. “Bisogna contemperare lo smart-working con l’esigenza di funzionalità degli uffici – aggiunge Pizzino – dal momento che il personale amministrativo da casa non può collegarsi ai registri telematici”.“Va registrato il rinvio di circa l’85% delle cause che dovevano celebrarsi nel periodo di lockdown” sottolinea Talerico, il quale criticamente conclude che “si sono riaperte le discoteche, è ripartito lo sport e tante altre attività che comportano la violazione di ogni prescrizione sanitaria ma si continua invece a pretendere il distanziamento ed il divieto di assembramento all’interno dei tribunali, così di fatto impedendo una concreta possibilità di ripartire”. A tal proposito c’è da aggiungere che qualcuno, riprendendo un’idea presa in considerazione anche dal Ministro della Giustizia ma poi abbandonata, per colmare l’enorme ritardo causato dalla sospensione dei processi durante il lockdown ha pensato di fissare processi anche ad agosto, sia nel settore civile che nel settore penale, sempre che siano procura e avvocati a chiedere la fissazione delle udienze durante la sospensione dei termini processuali, come ha proposto il Presidente del Tribunale di Ancona. Ma è proprio questo il punto critico perché, come spiega l’avv. Miranda, Presidente del CdO di Ancona, “i termini processuali sono sospesi per legge e non si può fare a meno di questa sospensione, senza che intervenga un provvedimento legislativo”, aggiungendo che è difficile immaginare che si possa recuperare il tempo perso in quanto molte udienze già sono state rinviate al 2021. “Senza contare che i problemi legati alla regolare riattivazione della macchina della giustizia sono anche altri”, scrive “Il Dubbio”. Stando al decreto del Presidente del Tribunale, “la grave carenza di organico, impedirà di garantire ad agosto l’assistenza anche alle udienze penali dei giudici onorari e del Collegio penale, salvo che per le cause penali, con imputati detenuti o a reati che possono prescriversi o che presentano carattere di urgenza”. Il nodo da sciogliere, come abbiamo visto, è quello relativo all’organizzazione delle Cancellerie, di fatto in mano ai capi degli uffici. Sul rientro dei Cancellieri in Tribunale esiste già una circolare diramata dal Capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, malgrado il termine per il rientro fissato inizialmente il 23 giugno scorso sia stato posticipato al 6 luglio. Una contraddizione, dal momento che il 30 giugno scorso avrebbe dovuto costituire la data ultima del blocco delle udienze” e come si è visto l’assenza dei Cancellieri ha di fatto costretto a rinviare centinaia di processi. D’altronde la priorità per Bonafede è ora “concentrarsi sulla celerità dei tempi del processo sia penale che civile perché i cittadini chiedono che ci sia un processo che abbia tempi brevi e nei limiti del possibile certi – aggiungendo che – c’è una riforma del processo penale al Parlamento che bisogna che vada avanti con celerità”. Ma in attesa che si completi, quando sarà e se sarà l’iter legislativo di approvazione di questa ennesima riforma del processo, bisogna pur sapere oggi come organizzare il lavoro nei tribunali perché, se non si riesce ad avere un rientro effettivo di tutto il personale amministrativo, qualsiasi tipo di strumento si volesse utilizzare, sarebbe frustrato da un parziale funzionamento delle Cancellerie. Insomma, o ci sono tutte le componenti per riprendere il lavoro, o saremo costretti ad accettare una ripresa solo sulla carta privando i cittadini di un diritto costituzionalmente garantito e del rispetto della Costituzione non si può far carico solo l’avvocatura cui va riconosciuto, non per spirito di corpo, certamente la volontà di rimettere in funzione un sistema che ancora oggi purtroppo fatica a riprendersi.

24.7.2020

Il quotidiano il dubbio fa il punto sulla ripartenza dell’attività giudiziaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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