skip to Main Content

I leader dell’UE preparano un futuro comune al vertice di Sibiu

Giovedì scorso si è svolta a Sibiu un incontro informale dei Capi di stato e di governo dei 27 paesi cui ha preso parte per l’Italia il premier Conte. Lo scopo era quello di “discutere e riflettere sul nostro futuro comune”. Il vertice programmato in origine per il 29 marzo  – che coincideva con la prevista uscita dalla Gran Bretagna dall’UE – è stato rinviato perché nelle intenzioni esso doveva servire a prendere atto di quel divorzio e a riaffermare l’impegno dei 27 membri dell’UE e proseguire sulla strada dell’integrazione e la fiducia nel futuro comune. L’incontro, dunque, veniva rifissato per il 9 maggio, altra data simbolica, giorno dedicato alla Europa, anniversario anche della dichiarazione Schuman del 1950, con cui fu lanciata la prima Comunità Europea. La data coincide anche con l’anniversario della caduta del muro di Berlino e si celebra anche il 40° anniversario delle prime elezioni del Parlamento europeo a suffragio universale. Un incontro dunque per ribadire la fermezza delle istituzioni europee di respingere ogni manovra sovranista che mira di fatto a bloccare lo sviluppo della Unione e la sua trasformazione in senso federale. In un suo messaggio Juncker – Presidente uscente della Commissione – ha ricordato ai capi di Stato di lavorare insieme per il progetto europeo. Al vertice i leader hanno proceduto ad uno scambio di opinioni sulle sfide e sulle priorità dell’UE nei prossimi 5 anni dal 2019 al 2024. L’agenda, che era stata concordata nel giugno del 2014 dal Consiglio europeo, prevedeva il rilancio dell’occupazione, la crescita e gli investimenti, la gestione della immigrazione, e dare impulso per una maggiore presenza politica dell’UE a livello mondiale e rafforzare la trasparenza e la legittimità democratica. Temi che saranno ripresi in giugno, dopo le elezioni del Parlamento europeo. Il premier Conte ha dichiarato – a margine dell’incontro – “che l’Italia è intenzionata ad avere il ruolo che le spetta”. Ma questa richiesta si scontra con l’isolamento in cui l’Italia si è posta, grazie non solo alla gestione dell’immigrazione ma anche a seguito della posizione assunta sia nella crisi libica, sia la dissonanza con le posizioni dell’UE che non dimentica come il governo italiano sia andato a sottoscrivere un accordo commerciale con la Cina, laddove l’UE aveva proposto di tenere una comune posizione nei confronti del colosso cinese. Lo stesso Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani ha ricordato al premier Conte che “l’Italia è politicamente isolata, non trova sostegno da nessuna parte, forse anche perché troppi suoi ministri sono stati aggressivi e violenti nei confronti degli altri”. Non dimentichiamo che solo qualche settimana fa, il Presidente Mattarella si era recato a Parigi per confermare al Presidente Macron l’amicizia dell’Italia, mettendo fine alla squallida pantomina posta in essere da Di Maio e Salvini. L’incontro si è chiuso, senza decisioni – che non erano previste – ma, subito dopo le elezioni europee, ci sarà un vertice straordinario per cominciare a tracciare la strada che l’UE percorrerà nel prossimo quinquennio, con l’intenzione di “indicare la nuova leadership dell’UE a giugno”. E’ evidente dunque che dall’esito delle elezioni dipenderà non solo la nomina della nuova leadership ma anche la strada che l’UE percorrerà nei prossimi anni, gli obiettivi che essa si porrà sul piano politico ed economico per rafforzare la presenza dell’UE nel mondo.

Maggio 2019

I leader dell’UE preparano il futuro comune al vertice di Sibiu

 

 

 

Back To Top
Translate »