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CONTINUA LA GUERRA DI ERDOGAN AGLI AVVOCATI

Non si ferma a distanza di quattro anni dal presunto golpe di Stato del 2016 in Turchia la repressione di Erdogan nei confronti dei nemici del regime. “Secondo un rapporto diffuso dalle autorità di Ankara, fino ad oggi, sono state effettuate circa 100 mila operazioni contro i presunti golpisti – scrive il quotidiano “Il Dubbio” del 18.7 u.s. – di cui 94.975 sono finiti in carcere”. “Dai dati emerge – aggiunge il giornale – che tra i malcapitati nella più vasta repressione attuale del paese, 605 sono avvocati, e oltre 1.500 quelli indagati”.

Si tratta di anni di carcerazione preventiva senza che siano precisate le accuse nei loro confronti. Non è mistero che gli avvocati non hanno mai goduto del favore del sultano Erdogan “che – come sostiene il Presidente dell’Ordine forense di Istanbul – vuole punire la nostra categoria che ha sempre rappresentato i valori laici della democrazia”. Probabilmente Erdogan non ha digerito l’ultima azione di protesta degli avvocati turchi che chiedevano un atto di clemenza nei confronti dei detenuti politici.

In effetti, il provvedimento di clemenza approvato, permetterà ai 90mila che ne hanno usufruito di scontare ai domiciliari i residui della pena – ricorda sempre il giornale – ma l’amnistia non è stata estesa ai prigionieri politici ultrasettantenni in isolamento nella struttura di massima sicurezza a Imrali, tra cui il leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan Abdullah Öcalan”. Il giornale denuncia anche la drammatica situazione per chi resta in carcere che non può accedere alle cure anche nei casi acclarati di gravi malattie, come per i malati di cancro.

In effetti a causa della pandemia e della grave situazione economica del paese, che si è evidenziata anche con la ripresa di attività militari nel Mediterraneo, sta crescendo il malumore e la protesta della popolazione per cui Erdogan sta intensificando la repressione nei confronti degli intellettuali, creando nuovi motivi di scontro anche sfruttando i sentimenti religiosi, come è avvenuto quando ha deciso di trasformare la Chiesa di Santa Sofia, uno dei tesori dell’umanità sotto tutela UNESCO, a moschea, conquistandosi non solo le critiche da tutto il mondo ma creando nuovi motivi di tensione anche con i rappresentanti delle altre fedi religiose.

27/7/2020

Continua la guerra di Erdogan agli avvocati

 

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