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BATTUTA DI ARRESTO DEL PROCESSO DI ADESIONE DEI BALCANI OCCIDENTALI ALL’UNIONE EUROPEA

La guerra in Ucraina ha interrotto il dialogo in corso tra UE e paesi come l’Albania o la Macedonia del Nord che da anni attendono al cancello per entrare nell’Unione. La crisi scatenata dall’invasione russa ha ricordato ai ventisette paesi membri dell’importanza strategica dei Balcani occidentali. Alla riunione dei ministri degli Esteri dell’11 aprile, ovviamente tenuta a porte chiuse, sono state studiate nuove iniziative per mantenere la regione ancorata all’UE e contrastare l’influenza di Mosca. Nel corso del convegno si decidevano di riavviare entro il 30 giugno scorso le trattative di adesione per Albania e Nord Macedonia, ferme al palo da oltre due anni. L’Alto rappresentante della politica estera Borrell aveva in programma di ritornare presto a Sofia e Skopje per assicurarsi che il dialogo bilaterale non si fermasse. Anche la Bosnia Erzegovina e il Kossovo avrebbero potuto beneficiare della nuova atmosfera per bloccare le ambizioni secessioniste della Republika Srpska spalleggiata dalla Russia. Resta il problema della Serbia, unico paese della regione a non essersi allineato con le posizioni dell’Unione Europea, essendo vicino al Cremlino che dispone di ampie reti di influenza. Purtroppo con l’infuriare della battaglia, i problemi all’ordine del giorno come la questione del prezzo delle materie prime hanno bloccato ogni iniziativa che pure era stata programmata per accelerare l’adesione dei paesi ex-Jugoslavia e dell’Albania. Peccato che questa sporco conflitto che resta in piedi grazie agli aiuti militari che USA in primo piano e degli altri paesi Europei, come l’Italia, ha allontanato la prospettiva di una tregua che avrebbe potuto riportare i belligeranti al tavolo delle trattative. Purtroppo il futuro è sempre più oscuro visto che l’UE ha deciso di richiedere il ribasso del prezzo del gas e del petrolio che viene importato dalla Russia e che ha provocato già la minaccia del governo russo di chiudere l’oleodotto Nord Stream, lasciando in funzione solo quello che transita per l’Ucraina. Triste destino quello dell’Unione Europea che vede allontanarsi sempre più quelle riforme che avrebbero potuto accelerare l’adesione di altri paesi e assicurare ai propri cittadini un’esistenza più serena. Probabilmente questo conflitto durerà molto di più di quanto si prevedeva e non si possono fare previsioni in nessun senso, visto che l’Ucraina ha deciso di non fermarsi fino alla vittoria finale. Un refrain condiviso anche dal segretario della NATO Stoltenberg, che ha parlato anche di anni. Stolti questi nostri governi e l’UE che hanno deciso di seguire la rotta segnata dal potente alleato atlantico, tradendo la fiducia e gli interessi dei propri cittadini, restando prigionieri essi stessi della politica guerrafondaia del governo USA e della NATO, che fino ad oggi dalla guerra hanno tratto larghi benefici sia sul piano militare che su quello economico, lasciando gli alleati europei a caricarsi di tutte le conseguenze economiche di questo conflitto.

Settembre 2022

BATTUTA DI ARRESTO DEL PROCESSO DI ADESIONE DEI BALCANI OCCIDENTALI ALL’UNIONE EUROPEA

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