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FERMARE L’ORRORE

Le immagini che ci provengono dall’Ucraina sono raccapriccianti. Una vera e propria mattanza eseguita su una popolazione inerme. Le parti in causa si rimpallano le responsabilità che potranno forse essere individuate solo a distanza di anni e che potrebbero sul piano giudiziario non soddisfare nessuna delle parti. In primo luogo, bisognerà raccogliere prove sufficienti per individuare i singoli responsabili di questo orrendo misfatto. Oggi si possono fare solo delle supposizioni ma già il ministro Lavrov ha parlato di mistificazione delle immagini e questo renderà più delicata l’indagine. Per approdare dove non lo sappiamo in quanto nessuna dei due paesi interessati hanno ratificato lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Ancora, neppure la Corte dell’Aja, istituita dall’Onu, potrà avviare un’indagine senza il consenso del Consiglio di Sicurezza ONU ed è già prevedibile che sicuramente la Russia ma forse anche la Cina opporranno il loro veto. Per finire, neppure il Consiglio d’Europa potrà intervenire, in quanto la Russia recentemente ha deciso di uscire dalla Convenzione EDU per cui anche questo crimine rimarrà impunito come tanti altri che si sono avuti nel corso degli ultimi anni. Ovviamente non è la prima volta che popolazioni inermi siano rimaste vittime degli scontri militari. Malgrado esiste una precisa disposizione che sanziona, in caso di guerra, le violenze contro i civili, i nostri politici e quelli degli altri paesi, sanno bene che dalla fine della prima guerra mondiale, i conflitti militari non hanno risparmiato mai i civili. L’obiettivo dei bombardamenti non sono più solamente i siti militari o i soldati avversari in quanto, per piegare le resistenze dell’avversario, si sono estesi anche alle città con la distruzione di tutte le strutture civili, scuole, ospedali compresi, senza far più differenza tra obiettivi civili e militari, ché anzi, più si porta il terrore all’interno delle città, più si abbassa la resistenza del nemico. Una vera e propria dottrina che ha contrassegnato dal secolo scorso i tempi e i modi dell’evento bellico. Ricordiamo che nel Medio-Evo e ancora nel Rinascimento, le guerre potevano durare anche molti anni. Oggi invece si cerca di portare a casa la vittoria in tempi rapidi. Nel secolo scorso già prima della seconda guerra mondiale, c’è stato chi come l’Italia che per conquistare un posto nel concerto delle grandi potenze coloniali, fece largo uso di gas tossici nei confronti anche dei civili, per accelerare la conquista di intere regioni. L’idea di portar guerra ad uno Stato libero e sovrano non sollevò alcuna obiezione nell’opinione pubblica suscitando il discredito sulla Società delle Nazioni e sul suo funzionamento. Come si vede niente di nuovo sotto il sole. Con la seconda guerra mondiale lo scenario non cambia anzi la pratica ormai fa parte dei manuali dell’Italia. Appena dopo aver invaso la Polonia, l’esercito tedesco fa terra bruciata sui territori occupati distruggendo i raccolti, uccidendo gli animali, facendo strage anche di civili senza distinzione alcuna tra uomini, donne e bambini. L’obiettivo era quello di finire presto la guerra. La cd. Blitzkrieg (Guerra Lampo). Sicuro che il suo alleato tedesco gli aveva annunciato che la guerra sarebbe finita in pochi mesi, anche Mussolini entrò in guerra con un esercito rabberciato per conquistare un posto al tavolo dei vincitori. Ma la guerra ancora una volta fu portata nelle città e nelle case della gente. All’inizio della guerra, l’aviazione tedesca per diversi mesi bombardò l’Inghilterra e soprattutto la cittadina di Coventri, aspettando che Churchil si decidesse a chiedere la resa. Cosa che l’Inghilterra si guardò bene dal fare dopo che anche gli Usa entrarono in guerra al fianco della Gran Bretagna. Alla fine della seconda guerra mondiale, ancora una volta, per spingere Hitler a chiedere la resa, gli inglesi e poi anche gli Stati Uniti, bombardarono per settimane intere la cittadina di Dresda – famosa come la Firenze del Nord – riducendo case e monumenti ad un ammasso informe, causando la morte di decine di migliaia di cittadini nella città che bruciò per due settimane intere. Anche i responsabili di questo macello non sono mai stati non dico sanzionati ma neppure ricercati. Qualche mese dopo, gli Usa sperimentarono nel deserto del Nevada un infernale strumento di distruzione, la bomba atomica, che i generali americani utilizzarono per vincere le ultime resistenze dei giapponesi, bombardando prima Hiroshima e qualche giorno dopo Nagasaki che furono letteralmente rase al suolo, causando immediatamente circa  centomila morti, mentre centinaia di migliaia morirono tra infinite sofferenze. Nessuno mai ha pagato per questo olocausto anzi successivamente nei mille conflitti scoppiati in ogni parte del mondo a farne le spese sono state proprio le popolazioni inermi. I meno giovani oggi ricorderanno che gli USA in Vietnam per distruggere la resistenza dei Vietcong sistematicamente bombardavano ogni giorno i villaggi alla ricerca di ribelli. E ancora, dimentichiamo la guerra in ex Jugoslavia scatenata alla fine del secolo scorso dalla NATO che ha causato  indicibili sofferenze a tutti i popoli di quella regione? E per finire ancora recentemente gli USA, dopo aver per venti lunghi anni occupato l’Afghanistan alla ricerca dei terroristi islamici, tappezzando il territorio di bombe anti-uomo, che hanno reso orrende mutilazioni ai bambini e bruciando interi villaggi,  senza che questo orrendo crimine fosse sanzionato in qualche modo. Oggi che la guerra è stata portata in casa nostra, ci accorgiamo che siamo ancora all’anticamera della civiltà scegliendo di fare una guerra per un pezzo di territorio di confine. Non ci basta quello che già è stato? La Nato per bocca del suo portavoce ha fatto sapere che la guerra potrà durare anche anni: ne porteranno la responsabilità non solo lo Stato invasore ma anche tutti quei paesi che hanno invocato una guerra “santa” a difesa della democrazia, sacrificando una popolazione inerme. Ma anche il Presidente ucraino ha le sue responsabilità per aver dato ascolto a chi ha fomentato questa guerra che potrebbe decidere della sorte di questo pianeta, invece di adoperarsi per raggiungere un onorevole accordo. “Finché c’è guerra, c’è speranza”: questo è il motto dei guerrafondai. Essere neutrali non significa tirarsi fuori da questa carneficina ma dimostrare che bisogna porre fine in ogni caso a questa avventura che non avrà né vincitori né vinti.

Aprile 2022

FERMARE L’ORRORE

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