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LA SCOZIA AVVIA IL REFERENDUM ANTI BREXIT

Come aveva minacciato nei mesi scorsi, il governo di Edimburgo presenterà nei prossimi giorni un disegno di legge per avviare un secondo referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Al congresso del partito nazionalista scozzese che si è tenuto nei giorni scorsi a Glasgow, il primo ministro Nicola Sturgeon ha sostenuto che la Scozia deve riconsiderare la questione dell’indipendenza del paese, dopo la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione Europea, per proteggere gli interessi del paese. Ovviamente, Londra ha fatto subito sapere di non voler riconoscere agli scozzesi il diritto al “contro-referendum”. Ora, a parte il fatto che il referendum – questo come quello che si è concluso in senso favorevole all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea – ha solo un carattere consultivo senza alcun vincolo per il governo, è chiaro quali potranno essere le implicazioni politiche di questo voto. La Scozia intende utilizzare il risultato del voto, se favorevole a restare nell’UE, per fare pressioni sul governo centrale – prima che venga completato il percorso di defezione della Gran Bretagna dall’UE per influire sulla decisione del parlamento nazionale che deve ancora esprimere il proprio voto a favore o meno della Brexit o, in caso sia completato questo processo, per avere la libertà di uscire dalla Gran Bretagna e riappropriarsi della propria indipendenza. Un gesto forte che potrebbe davvero portare alla nascita di un nuovo Stato all’interno dell’Europa. Si tratta di ipotesi ma il governo scozzese sta lavorando in questa direzione. Tanto più che, il primo referendum ebbe esito negativo solo perché Cameron all’epoca non solo assicurò agli scozzesi maggiori concessioni ma, esplicitamente, che la Gran Bretagna non sarebbe uscita dall’UE. Dunque, la partita della Brexit resta ancora aperta e se il governo inglese ha deciso di dar seguito alla scelta risicata del referendum di uscire dall’UE, adesso dovrà vedersela con la grana che le scoppia in casa. Come negare al governo scozzese di indire un referendum per l’indipendenza della Scozia quando ha deciso, proprio in base ad un analogo referendum, di uscire dall’UE? Non possiamo al momento immaginare quali saranno le conseguenze istituzionali di questo braccio di ferro: certo è che cambierà non solo la geografia politica ma anche la politica estera verso l’UE.

Ottobre 2016

Avv. Eugenio Oropallo

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