Prefetto di ferro…?
Così era soprannominato il prefetto Mori nominato all’epoca dal Governo Mussolini e mandato in Sicilia per combattere la mafia. In verità, siccome si trattava di un funzionario scomodo – come scrive Andrea Camilleri in uno dei suoi ultimi libri “La banda Sacco” – Mussolini pensò di liberarsene allontanandolo dalle stanze del potere. Sappiamo ancora quali furono i risultati di questa lotta alla mafia: il prefetto non trovò di meglio che allearsi con i grossi proprietari fondiari che erano uno dei pilastri del potere mafioso in Sicilia per cui, invece di essere sradicata, la mafia rafforzò ancora di più il suo potere. Il connubio tra Stato e mafia fa parte anche della storia più o meno recente di questa Repubblica.
L’unica lotta che il prefetto Mori condusse in Sicilia fu quella contro quella parte della popolazione siciliana che tentò di opporsi al potere della mafia, come la famiglia Sacco che fu contemporaneamente decimata dagli attacchi della mafia e perseguitata con l’uso dei mezzi legali, ovviamente, perché non nuocesse al potere politico.
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