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VIETATO CRITICARE ISRAELE

Lo ha ribadito il segretario del PD che non ha apprezzato un post antisionista di Raffaele la Regina segretario regionale della Basilicata anche se si trattava di dichiarazioni risalenti al 2020, costringendo lo stesso a ritirare la sua candidatura per le elezioni politiche di settembre. Ma un’altra grana è scoppiata all’interno del PD costringendo Enrico Letta a intervenire ancora una volta che non tollera alcuna ambiguità a sostegno della politica del governo israeliano. Questa volta è stata Rachele Scarpa, venticinque anni, candidata in Veneto dal PD, che ha criticato Israele e la sua politica. Scarpa parla di “regime di apartheid e di atti di guerra e di repressione posti in essere dal governo israeliano nei confronti dei civili palestinesi.” Il caso è stato denunciato da due esponenti del centro destra che sostengono trattarsi di una mentalità della sinistra “vergognosa”, aggiungendo che “troppi esponenti del PD parlano come estremisti islamici: una vergogna che non deve restare senza conseguenze”. Ma la giovane candidata, a differenza dell’altro candidato, è passata al contrattacco su Facebook. “La mia – scrive – è stata una legittima critica della politica del governo israeliano quando, in nome del diritto in difesa, è arrivato a colpire la popolazione civile, ricevendo critiche da tutto il mondo, anche da parte di esponenti del mondo ebraico”. Anche Renzi ha apertamente criticato la dichiarazione resa dalla candidata del PD. Ebbene, è davvero incredibile che il PD condivida le posizioni oltranziste del governo israeliano in perfetta sintonia con la politica atlantica degli USA dimenticando che Israele è uno Stato creato dal nulla in Palestina strappando pezzi di territorio ai residenti arabi, grazie alla politica prima della Gran Bretagna e poi degli USA che hanno sempre coperto la politica di espansione di Israele nei confronti dei palestinesi costretti ormai a sopravvivere nella stretta striscia di Gaza, controllati a vista dall’esercito israeliano che protegge i coloni che continuano ad espellere i palestinesi dalle loro case, rendendo sempre più difficile la convivenza fra i due popoli anche perché il governo israeliano non accetta la risoluzione ONU che più di una volta ha ricordato ad Israele che il suo diritto all’autodeterminazione va di pari passo con quella del popolo palestinese. Chiudere gli occhi dinanzi a questa realtà e alla politica di sterminio del popolo palestinese è un insulto a quella visione che è stata dei padri del moderno sionismo. Finché ci sarà chi sostiene il sistema di apartheid nei confronti palestinesi, chiudendo gli occhi sulle continue violazioni di ogni elementare diritto della popolazione palestinese, ebbene il problema non si risolverà. L’antisionismo non ha niente a che vedere con l’antisemitismo. Non esiste un antisemitismo di sinistra ricordando che all’epoca della rivoluzione russa molti dirigenti, a partire da Trotskij, erano ebrei e a conferma che il diritto di autodeterminazione che il popolo ebraico rivendica deve rispettare il diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato riconosciuto anche da Israele e non ci sarà pace fino a quando il popolo palestinese non raggiungerà questo obiettivo laddove oggi la politica sionista non fa che puntare all’espulsione dei palestinesi rivendicando l’esistenza di un solo Stato, quello israeliano, contando sull’appoggio dell’imperialismo USA, ignorando la risoluzione ONU con il rischio che gli scontri di oggi e le provocazioni dei coloni possano trasformarsi in una nuova guerra “santa” che potrebbe trascinare altri Stati a intervenire nel conflitto.

Agosto 2022

VIETATO CRITICARE ISRAELE

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