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VIA LIBERA ALLA NEXT GENERATION UE

La Corte Costituzionale tedesca si è pronunciata sul ricorso urgente proposto da alcuni rappresentanti della Destra tedesca che avevano impugnato la legittimità costituzionale dell’impegno assunto dal governo tedesco nell’ambito UE di finanziare la ripresa economica dei paesi UE colpiti dalla pandemia. “La pronuncia di Karlsruhe – scrive la rivista Affari Internazionali – non manca di destare preoccupazione sul futuro dell’integrazione europea in quanto non ritiene del tutto infondate le censure dei ricorrenti perché individua elementi che inducono a ritenere che l’Unione possa essersi spinta al di là dei poteri conferiti dall’art. 311.3 del Trattato sul funzionamento dell’UE. La Corte tuttavia ritiene che un esame sommario delle questioni non le permette di giungere a valutazione definitiva…per cui la decisione nel merito delle varie questioni è pertanto rinviata al seguito del procedimento ordinario. E’ senz’altro apprezzabile che la pronuncia della Corte sia arrivata in tempi particolarmente solleciti ma non va trascurata che le varie contestazioni mosse dai ricorrenti rimangono per ora aperte”. In effetti, la Corte sottolinea che l’indebitamento sul mercato dell’Unione deve servire unicamente a finanziare misure anti-pandemia. Il che sembra implicare che la Corte tedesca legittimi l’operazione solo per il suo carattere del tutto eccezionale. Tutta l’Europa ha tirato un sospiro di sollievo anche però se temporanea perché – scrive Andrea Bonanni su La Repubblica del 26 u.s. – “La Corte mette il dito su un problema che sarà cruciale per i prossimi anniin quanto se si vuole l’istituzionalizzazione di un debito comune europeo, che è l’obiettivo di Francia e Italia della BCE e della Commissione Europea, occorrerà cambiare i Trattati Europei e la Costituzione tedesca”. Aggiunge Bonanni che “La Cancelliera tedesca che a settembre lascerà l’incarico, non avrà alcuna voce in capitolo ma, intervenendo ad un dibattito del PPE, ha detto di non essere in principio contraria ad una modifica dei Trattati per quanto riguarda settori come la sanità, la concorrenza e la politica estera”.

Ma un’altra grana si sta addensando sul Recovery Fund. In Finlandia potrebbe mancare la maggioranza richiesta in Parlamento per l’approvazione del piano per cui esso potrebbe essere bloccato da un voto contrario del Parlamento se non si riesce a raggiungere il quorum necessario per l’approvazione finale.

Insomma “il destino dell’avanzamento dell’Europa rischia di essere legato ai problemi nazionali di un piccolo Paese”. E’ il momento dunque che i Paesi membri dell’UE valutino se non sia giunto il momento per modificare i Trattati e comunque affrontare la prospettiva della costruzione di una UE dotata di quella autonomia di manovra che l’autorizzi a parlare con una sola voce in tutte le grandi sfide che si aprono negli anni a venire.

Via libera alla Next Generation UE

 

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