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VENDETTA TALEBANA

Dopo la decisione degli studenti coranici di allontanare le donne dagli uffici e di proibire la scuola alle bambine, con un nuovo decreto, il capo supremo dei talebani ha imposto alle donne di coprirsi dalla testa ai piedi ogni volta che escono di casa. “Vogliamo che le nostre sorelle vivano con dignità e sicurezza” ha detto il ministro aggiungendo che “tutte le donne che non sono né troppo vecchietroppo giovani dovranno coprire il volto, con l’eccezione degli occhi, il famigerato burqa, che lascia alle donne la sola possibilità di guardare la realtà circostante isolandole dal resto della comunità”. Sarebbe interessante sapere come avverrà la selezione tra giovani e vecchie donne. Di sicuro, la vita delle donne rimaste nel paese sarà ancora più drammatica mentre va sempre più aggravandosi la crisi alimentare che coinvolge tutto il paese tagliato fuori da ogni programma di aiuti. Lo riferisce la fondazione Pangea Onlus che fin dal ritiro del contingente militare americano lavora al fianco delle donne afgane sostenendo oggi con aiuti alimentari 70mila persone nelle città e nelle zone più remote del paese. Michela Marzano sulle pagine di “La Repubblica” dell’otto maggio scorso si chiede come è stato possibile credere alle assicurazioni dei talebani, ben sapendo quale era stata la condizione femminile durante il regime che i talebani avevano instaurato tra il 1996 e il 2001. La risposta è semplice perché né l’invasione russa né l’occupazione Usa e dei paesi della Nato avevano come obiettivo di liberare questo antico paese dal flagello della fame e dal dominio di un sistema religioso che si basa sull’arretratezza economica prima e culturale poi di questo paese. “C’è la terribile guerra in Ucraina e ci sono milioni di profughi e migliaia di morti – aggiunge la scrittrice – ma è possibile abbandonare così un intero paese? Il burqa è come un sudario e noi occidentali dobbiamo pur fare i conti con la storia”. Ma dipende da chi fa la storia. In realtà, gli Usa, la Russia, la Nato, tanto per accennare quali siano i maggiori responsabili della storia più recente, hanno commesso e continuano a commettere crimini di ogni sorta, in Europa e nel Medio Oriente ma anche in Africa. Ma anche gli Stati europei non possono dirsi estranei a queste scelte che ancora oggi mettono in discussione la sopravvivenza di popoli, continuando una politica di sfruttamento del resto del mondo. Perché l’obiettivo è quello di tenere in piedi un sistema di potere che decide da solo le sorti del mondo. La stessa sopravvivenza di questo pianeta è in discussione, restando inascoltata la voce degli scienziati che mettono in guardia dai rischi di una crisi ambientale non più controllabile, se non si pone mano ad un cambiamento radicale di cui non si può far carico questo sistema politico che ormai cerca solo si salvare se stesso opponendosi dunque ad ogni forma di cambiamento epocale che solo può darci la speranza di poter assicurare la vita su questo pianeta. I prossimi anni saranno decisivi per cambiare rotta abbandonando il sistema sociale che oggi continua a creare discriminazioni sociali, a far crescere i profitti di pochi Stati, pronti a sacrificare la vita di miliardi di uomini pur di continuare a dominare il mondo intero.

Maggio 2022

VENDETTA TALEBANA

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