skip to Main Content

UN MARE DI PROFUGHI

Scrive La Repubblica del 28 marzo scorso che “dall’inizio del conflitto circa 3,3 milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina attraversando il confine con la Polonia. Il loro numero è destinato a crescere e un eventuale accordo di pace rallenterà ma non fermerà il flusso”. Christine Goyer, rappresentante dell’Agenzia ONU per i rifugiati ha detto che “c’è stato un enorme sforzo da parte della società civile dei Comuni e del governo della Polonia nel ricevere e ospitare i nuovi arrivati. Ciò che è importante ora è che la comunità internazionale si faccia avanti per aiutare a fornire un sostegno più duraturo”. Il presidente della fondazione per gli aiuti internazionali avverte che “le grandi città sono al limite: a Varsavia ci sono 400 mila rifugiati mentre a Dublino i rifugiati sono 6mila”. Ma anche la Romania è stata investita da un flusso di rifugiati che sono arrivati sia in Moldavia che in Romania: un numero che viene stimato in diverse centinaia di migliaia. “La situazione – scrive ancora il quotidiano – è resa particolarmente drammatica dalla capacità economica dei due paesi, in particolar modo della Moldavia”. Filippo Grandi, alto Commissario delle N.U. per i rifugiati, non nasconde la sua forte preoccupazione per il rapido peggioramento della situazione perché siamo difronte alla crisi “che cresce più velocemente in Europa dalla seconda guerra mondiale”. La crisi ucraina si inserisce in un contesto già difficile a livello mondiale per quello che riguarda i rifugiati. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia ONU nel suo rapporto 2020, a fine 2020 i rifugiati a livello globale erano più di 90 milioni. I dati più drammatici sono quelli della Siria che conta ben 6,7 milioni di persone in fuga dalle proprie case. Si tratta di dati parziali che tenderanno a crescere nei prossimi anni per cui se non si porrà mano ad un adeguato programma di ricollocazione dei migranti già giunti in Europa, si rischia la morte di milioni di esseri umani. Ancora, bisognerà riconvertire l’economia dei paesi più poveri con un progressivo ritorno alle coltivazioni tradizionali per abbassare il tasso di dipendenza dai paesi ricchi ma soprattutto rendere il mondo intero più solidale e mettere fine alle guerre che sono tra le prime cause di questi esodi di massa. Le migrazioni sono sempre state una costante nella storia dell’uomo per questo non bisogna avere timori ma resta il compito di bandire la guerra e procedere ad un progressivo disarmo generalizzato se si vuole garantire la presenza dell’uomo su questo pianeta nei secoli a venire.

UN MARE DI PROFUGHI

 

Back To Top
Translate »