UN ALTRO RINVIO PER IL RIENTRO A SCUOLA
“Nuovo strappo col governo che ha spostato dal 7 all’11 la ripartenza al 50% delle superiori”, scriveva “La Repubblica” del 6 u.s.. “Mai visto – in dieci mesi di pandemia un’arlecchinata scolastica simile, mal gestita e peggio attuata” continua il giornale.
Ancora una volta il governo ha atteso la fine delle vacanze per cambiare programma. Eppure sono ormai settimane che i contagi avevano ripreso a salire costringendo gli italiani a passare a casa le vacanze. E se il virus circola sempre tra di noi, si doveva prevedere che lo sarebbe stato a maggior ragione fuori e dentro le aule scolastiche perché, malgrado il controllo che si può esercitare nei confronti dei giovani, è impossibile nel corso di una giornata di lavoro tenere sempre presenti le misure del caso, mascherina e distanziamenti. Due docenti su tre si sono detti contrari a rientrare a scuola fino al termine dell’emergenza. Lo ha accertato un’indagine condotta dall’INAP su un campione di oltre 800 insegnanti mentre un insegnante su tre ritiene utile che gli studenti svolgano attività di recupero estivo. La prof. Mariangela Galatea Vaglio – docente in Veneto – in un’intervista rilasciata sempre a “La Repubblica” del 6 u.s., giustamente affermava che “se la scuola è una risorsa primaria per il paese va chiesto che si vaccinino tutti gli addetti al comparto scolastico, personale e non docente, insegnanti e studenti, come si sta facendo con i medici, senza aspettare giugno, quando le lezioni saranno già finite”. “Per questo, un segno di attenzione verso i docenti, sarebbe iniziare subito una campagna di vaccinazioni”. “Il sospetto – scrive Andrea Gavosto su La Repubblica del 6 u.s. – è che all’origine dei nuovi rinvii vi sia anche la consapevolezza di governo e Regioni di non essere riusciti a costruire sufficienti garanzie per un rientro in sicurezza”. “La prudenza – aggiunge – è d’obbligo: le scuole devono riaprire quando ci saranno le condizioni per ritenere con ragionevole certezza che non dovranno più chiudere”. “E ciò può avvenire solo se tutte le parti coinvolte accettino di fare sforzi in più, senza irrigidirsi. Il prezzo che questa generazione di studenti rischia di pagare sta diventando enorme per cui per recuperare quanto si è perso da marzo ad oggi la soluzione potrebbe essere quella di allungare l’anno scolastico fino a luglio o anche ad agosto”.
E’ una proposta che hanno formulato alcuni esperti di scuola. “Non c’è alcun tabù in tal senso e poi, se siamo in emergenza, bisogna offrire un’alternativa a quei ragazzi che sono stati svantaggiati da questa DAD o per carenza di mezzi o perché non hanno potuto frequentare i laboratori. Bisogna fornire loro nuove chance quando il contagio sarà rallentato”. D’altra parte, se si guarda all’Europa, poi sono pochi i paesi come la Germania o la Gran Bretagna che hanno deciso di chiudere fino alla fine di gennaio o prolungare il lookdown. Insomma, ritorno a scuola sì ma in sicurezza e attrezzarci per farlo. Cosa su cui cominciano in tanti ad avere seri dubbi.
08/01/2021