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ULTERIORE CONDANNA DELL’UNGHERIA DA PARTE DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Ancora una volta, una legge ungherese è caduta sotto la mannaia della CdG dell’UE che ha accolto il ricorso presentato dalla Commissione Europea contro l’Ungheria colpevole questa di aver imposto obblighi di registrazione, di dichiarazione e di pubblicità alle ONG che ricevono finanziamenti da enti o organizzazioni estere. E’ la legge votata nel 2017 dal Parlamento ungherese sotto la guida di Orban che prevede che ogni organizzazione che aiuterà i migranti pagherà tasse speciali del 25% mentre sarà punito qualsiasi aiuto fornito a chi voglia arrivare in Ungheria per chiedere lo status di rifugiato con pene fino a un anno di carcere. E infine saranno bandite le Ong che “minacciano la sicurezza di Stato” insomma una norma che viene a inserirsi nella prospettiva del governo ungherese di abbattere qualsiasi opposizione al governo e di bloccare ogni aiuto fornito dalle Ong in primo piano nella assistenza ai migranti. Una legge non dissimile da quella votata in Italia tra gli ultimi atti del precedente governo che continua ad essere applicata malgrado il PD, per bocca di Zingaretti, dichiarava che essa andata totalmente cambiata. Dobbiamo pensare che forse qualcosa è cambiato nella prospettiva del PD? Ma, tornando ad Orban ed alla norma dichiarata discriminatoria, c’è da aggiungere che la legge venne varata soprattutto per bloccare l’attività del magnate di origini ungherese Soros che aveva anche fondato una Università privata a Budapest, quando erano ancora buoni i rapporti con Orban che tra l’altro all’inizio della sua carriera politica era stato proprio aiutato da questa istituzione. Per la Corte di Giustizia la legge votata non è conforme al diritto dell’UE perché ha introdotto “restrizioni discriminatorie e ingiustificate” non solo nei confronti delle organizzazioni non governative ma anche nei confronti di chi le finanzi, oltre a limitare il diritto di libertà di associazione, stabilito dall’art. 12 della Corte dei diritti fondamentali dell’UE, limitando concretamente l’operato e il funzionamento dell’ONG. Secondo la sentenza, le limitazioni non sono neanche accettabili per garantire la tutela dell’ordine pubblico, non avendo il governo ungherese neppure indicato alcun argomento atto a dimostrare una simile minaccia. Resta, comunque, la possibilità, ove la legge non venga cambiata, che la Corte di Giustizia possa imporre alla Ungheria severe sanzioni non solo di natura economica ma anche sotto il profilo politico, approfondendo il fossato tra i principi che sono a base dell’UE e l’ottuso sovranismo del paese dei “violini tzigani”. Ma è ben altra la musica che potrebbe segnare la fine della carriera di questo piccolo zar della steppa ungherese che in un colloquio con un dirigente politico portoghese dichiarava di ispirarsi all’azione politica di Salazar che, per chi non lo sapesse, è il dittatore portoghese a capo di una delle più longeve dittature politiche europee per oltre cinquant’anni. Questo per comprendere fino in fondo quale sia il programma politico di questo astro nascente del nazionalismo europeo.

Ulteriore condanna dell’Ungheria da parte della CdG europea

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