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TRUMP e L’ATOMICA

Dopo l’ultimo lancio di missili da parte della Corea del Nord, Trump annuncia che ormai la guerra è vicina, senza tacere di un’eventuale opzione atomica: una guerra che coinvolgerebbe inevitabilmente anche altri paesi della regione – come la Cina e il Giappone e la Corea del Sud – senza dimenticare la NATO che è pronta a lanciarsi in altre avventure belliche per consentire anche alle industrie belliche americane di lavorare a pieno regime. Ma non dimentichiamo che una guerra “locale” mette in discussione la sicurezza anche di altri paesi e continenti, e ancora il destino di milioni di esseri umani. Un destino che non può essere subordinato alla politica di predominio di una o dell’altra potenza nucleare per cui bisogna far nascere in ogni angolo della Terra la protesta contro questa ennesima minaccia, a partire proprio dagli USA. All’epoca della guerra del Vietnam, ci fu un’ondata di protesta che partì dai campus universitari degli USA e si diffuse a macchia d’olio in tutte le piazze del mondo. Studenti e operai marciarono fianco a fianco nelle strade delle metropoli capitaliste gridando il loro no alla guerra. Certo, questo non fu sufficiente anche perché i venti di guerra non investirono il mondo capitalista. Anche oggi la guerra apparentemente è lontana ma essa potrebbe anche accendere focolai di guerra anche in altri paesi e regioni già sconvolte da conflitti, come il Medio Oriente, aggravando la crisi. Da strumento di composizione delle crisi mondiali, oggi l’ONU si fa portavoce della necessità di guerre che salvano “la democrazia”. Una scelta che appare sempre più demenziale, per cui ben poco affidamento si può fare su un organismo dove le decisioni sono prese da pochi paesi dominanti. E l’Europa? Oggi l’UE, si trova in una situazione difficile tenendo conto che sta affrontando delle crisi epocali come quella dell’emigrazione o quella della Brexit, ed è ancora troppo debole politicamente per opporsi ad una decisione dello scomodo alleato americano. Quello che ci preoccupa oggi è la solitudine di chi combatte una battaglia per la sopravvivenza dell’umanità stessa, il silenzio delle folle che riempivano le piazze. Potrei aggiungere che questo è il mondo che ci meritiamo ma non credo che questo ennesimo pericolo possa essere sottovalutato. A volte i cambiamenti sociali e politici possono anche maturare in pochi anni o mesi, a patto che vi sia un movimento sociale disposto ad appoggiarli. “A’ la guerre comme à la guerre”: a chi è pronto a lanciare una guerra di distruzione di massa, rispondiamo con l’arma dell’opposizione di massa. E’ questa l’unica strada che possa scongiurare l’Apocalisse.

Dicembre 2017

(Avv. E. Oropallo)

TRUMP e L’ATOMICA

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