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TRA MENZOGNE E IPOCRISIE SI CONSUMA LA TRAGEDIA DEL POPOLO PALESTINESE

L’UNRWA è un’agenzia dell’ONU che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi costretti ad abbandonare le proprie case a seguito delle varie guerre con Israele, che ne ha profittato per restringere sempre di più il territorio assegnato ai palestinesi dopo gli accordi internazionali che erano stati raggiunti. L’Agenzia è stata istituita dopo la guerra del 1948 ed ha iniziato ad operare il 1° maggio 1950. La maggior parte degli oltre 30 mila dipendenti dell’agenzia sono palestinesi: 13 mila vivono a Gaza e solo 300 sono funzionari internazionali; il resto è formato dal personale locale, in gran parte profughi palestinesi.

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Secondo un’accusa di Israele che sarebbe stata confermata dal Dipartimento di Stato americano, alcuni dipendenti dell’Agenzia avrebbero collaborato con Hamas per realizzare il feroce attacco del 7 ottobre scorso. Questa pesante accusa ci fa ricordare una vicenda analoga di alcuni anni fa, quando per attaccare il regime del dittatore Saddam Hussein i servizi segreti anglo-americani diffusero un’informativa secondo la quale il dittatore sarebbe stato in possesso di micidiali ordigni chimici, per cui i paesi facenti parte della NATO – americani, francesi, inglesi – scatenarono il terrore all’interno dell’Iraq (dove ancora oggi gli USA fanno sentire il proprio pugno di ferro). Solo dopo alcuni anni Tony Blair, all’epoca premier inglese, rivelò che non era stata trovata alcuna traccia di armi chimiche. La menzogna era servita solo per invadere l’Iraq e abbattere il regime di Saddam Hussein.

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Oggi la storia si ripete. Certamente non può darsi alcun credito al governo israeliano, che è parte in causa in questa guerra che ha scatenato contro il popolo palestinese; il Segretario generale dell’ONU ha immediatamente sospeso i funzionari accusati da Israele, senza verificare neppure se questa storia potesse avere un fondamento. Gli Stati Uniti hanno trovato il pretesto per interrompere il flusso dei finanziamenti diretti all’agenzia, in buona compagnia di Canada, Gran Bretagna, Italia, Germania, Paesi Bassi – cui si è aggiunta qualche giorno fa anche la Francia. Ora, anche ad ammettere che la notizia potesse avere un fondo di verità, si tratta di 12 funzionari che avrebbero collaborato con Hamas, per cui non sappiamo come e perché si siano bloccati i finanziamenti per un popolo che rischia l’estinzione sotto i bombardamenti o rischia di morire di fame.

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Tagliare i finanziamenti equivale ad una condanna a morte come hanno sottolineato il governo norvegese, l’ONG Medici del Mondo e lo stesso direttore dell’Agenzia, lo svizzero Philippe Lazzarini che si è detto “sconvolto” e ha parlato di “punizione collettiva”. Il Segretario generale dell’ONU ha chiesto di non tagliare i fondi, sottolineando che da febbraio non ci sarà più nessuno nelle condizioni di garantire aiuti ai cittadini palestinesi. Se non saranno ritirati questi provvedimenti, il mondo occidentale si renderà direttamente complice di questo genocidio che peserà sulla prospettiva di fermare il massacro.

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Non dimentichiamo che è stato un paese africano, il Sud Africa, a portare dinnanzi alla Corte di Giustizia Israele con l’accusa di genocidio. Il ritardo dell’UE e la sua acquiescenza non fanno che confermare ancora una volta come stia crollando il progetto di costruire una società basata sul rispetto dei diritti umani, i quali vengono sistematicamente violati. L’aspetto grottesco e ridicolo della vicenda è rappresentato dal fatto che queste accuse prendono corpo dagli interrogatori dei militanti palestinesi arrestati durante gli attacchi del 7 ottobre. Secondo i carnefici israeliani le conseguenze di questo eventuale appoggio fornito da pochi membri dell’agenzia dovrebbero ricadere sull’intera Agenzia! Non solo, gli Stati Uniti finanziano da anni con miliardi di dollari il regime di apartheid dello Stato ebraico che dall’ottobre 2023 ad oggi ha ammazzato oltre 26 mila persone mentre il numero dei feriti si aggira intorno ai 100 mila.

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Le accuse di Israele sono arrivate poche ore dopo che la Corte Internazionale di Giustizia – CIG – con una sentenza provvisoria ha invitato Gerusalemme a fare tutto il possibile per evitare il genocidio nella striscia di Gaza, affermando che esiste un “rischio reale e imminente” per la sopravvivenza del popolo palestinese. Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati ha dichiarato che la sospensione dei finanziamenti all’Agenzia va contro gli obblighi degli Stati di fornire aiuti umanitari a Gaza.

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Il massacro del popolo palestinese è stato voluto finanziato e appoggiato dagli USA e dai suoi alleati. Una tragedia che ricorda il genocidio di cui si rese responsabile la Germania nel corso della Seconda Guerra Mondiale. I perseguitati di ieri sono i persecutori di oggi. Se non sarà fermata la mano del carnefice, sarà difficile che si possa riaprire un dialogo tra le due comunità per riconoscere ai palestinesi il diritto di costruire il loro Stato. Trovino i grandi della Terra il modo di collaborare per questa soluzione. Diversamente la strada potrebbe essere quella di una guerra senza fine che costituisce la base per programmare la fine della nostra civiltà.

Febbraio 2023

TRA MENZOGNE E IPOCRISIE SI CONSUMA LA TRAGEDIA DEL POPOLO PALESTINESE

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