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SI ALZA IL LIVELLO DI SCONTRO IN EUROPA

Oggi, domenica 5 aprile, si vanno chiarendo le posizioni dei due schieramenti che si fronteggiano in Europa sulle misure immediate da attuare per far fronte alla grave crisi economica che sta sviluppandosi a causa della parziale sospensione della produzione. Per quanto riguarda l’UE, la risposta è stata immediata, dopo un primo momento di smarrimento. La BCE ha messo a disposizione un fondo di 750 md. di euro per acquistare titoli di Stato emessi dai paesi membri senza limitazione alcuna. Dal canto suo la Commissione ha presentato un piano contro la disoccupazione di cento miliardi di Euro (SURE) messo a punto da Gentiloni già attivato. Inoltre ci sarebbe la possibilità di ricorso al MES per cui l’Italia potrebbe avere una disponibilità immediata di circa 37 md. di euro. Roma e gli altri paesi – come la Francia e la Spagna – si oppongono a questo ricorso al MES – per le condizioni previste nel testo elaborato dall’Eurogruppo giudicate inaccettabili tra le quali quella che il fondo si utilizzi “solo per finanziare i sistemi sanitari e i costi economici della crisi nonché il rispetto delle regole del bilancio”. Quello che non vuole il governo Conte che chiede di avere le mani libere per disporre come crede di questo fondo. E’ chiaro che su questo aspetto, anche con qualche deroga, è difficile che l’Europa ceda. E allora, chi si assumerà la responsabilità di rifiutare questo aiuto? Ma c’è dell’altro sul piatto della trattativa in corso. Nelle ultime settimane l’UE ha sospeso il patto di stabilità e il divieto degli aiuti di Stato alle imprese. E così l’Italia finalmente potrà affrontare la crisi dell’Alitalia che va avanti da molti anni e che ha bruciato ingenti risorse con una perdita di oltre 20 md. di euro. Ma per il governo italiano è ancora poco in quanto ha fatto richiesta anche di emissione di eurobond da parte della BCE e dalla BEI che dovrebbe assicurare una larga liquidità ai paesi UE. Il Presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno – in un’intervista rilasciata ad alcuni giornali europei – dichiara che il ricorso all’emissione di eurobond in una prospettiva a lungo termine è discutibile indicando che la proposta francese di un fondo temporaneo contro la crisi : “è un terreno dove c’è margine di manovra”. Oggi però c’è una novità perché la Francia, inizialmente schierata al fianco dell’Italia, ha trovato un’intesa con la Germania sugli strumenti che l’UE potrà utilizzare per far fronte all’emergenza coronavirus. Secondo la bozza di accordo, i ministri dell’Economia dei due paesi si presenteranno con una mozione comune sulle risorse da adottare a breve termine, indebolendo così il fronte del gruppo dei paesi del Sud Europa che continuano a rifiutare il meccanismo del MES ritenuto inadatto insistendo nella proposta iniziale di emissione di bond europei comuni, minacciando – come ha fatto Conte nella lettera di risposta alla Presidente della Commissione EU – di porre in crisi tutta la costruzione europea. Dichiarazione forte ma inadeguata in una trattativa ancora in corso. Anche D’Alema in una sua intervista (La Repubblica del 3.4) chiarisce che “ogni riflessione sull’UE dev’essere dimensionata sulla certezza che non c’è alternativa, che, anzi ogni alternativa è peggio”. “Il rigurgito di un nazionalismo becero non serve a niente, forse guadagnare qualche consenso ma la prospettiva di un’Italia senza Europa è catastrofica”. Anche il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Dombrovskis, ritenuto un duro, apre ad un uso del fondo salva Stati (MES) senza austerità, aggiungendo che “una qualche forma di condizionalità è legalmente necessaria”, ma non stiamo parlando di una “classica condizionalità macro-economica”.  In altre parole si vuole intendere che non sarà una manovra controllata dalla Commissione e dalla BCE, come è avvenuto nel caso della Grecia, ma di qualche condizione molto più blanda. Lo stesso Dombrovskis – sempre nella sua video-intervista – dichiara che la Commissione sta lavorando su un progetto per far ripartire l’economia. “Un suo elemento importante sarà il bilancio UE. Il prossimo quadro finanziario dovrà essere ambizioso e dovrà contenere una forte componente di investimenti per sostenere la ripresa”. Se questo è il quadro generale, con l’assicurazione che l’Europa non vuole essere non al traino dei paesi membri ma esercitare fino in fondo il suo ruolo di motore dello sviluppo europeo, sarebbe storicamente una catastrofe l’idea di abbandonare l’Europa, come affermava anche l’ex presidente della Commissione Prodi. Il governo italiano farà bene ad insistere sulle sue proposte ma dev’essere consapevole che non si traversa il Rubicone. Una scelta che porterebbe l’Italia al collasso economico e a una grave crisi sociale e istituzionale. Vogliamo sperare che Conte e il governo sappiano accettare il metro della ragionevolezza e della moderazione e soprattutto ascoltare la voce di quanti indicano una strada di compromesso. Ne va del destino dell’Europa e del nostro paese, che non può essere sacrificato da una prospettiva politica senza sbocchi. Conte ha sempre detto che se non si accettano le proposte formulate “faremo da soli”, senza indicare come. Evidentemente pensiamo che faccia riferimento ad altre fonti di finanziamento. Ma quali? L’emissione di nuovi BPT da svendere sul mercato? O ricorrendo ad una forma di prelievo forzoso sui conto correnti degli italiani? In tempi di crisi sono stati altri governi, come quello del centro sinistra di Amato, a ricorrervi. Ma quanti italiani saranno disposti ad un sacrificio di questo tipo? Con un deficit ormai al 5% e un debito pubblico del 150% rispetto al PIL, i conti pubblici rischiano di saltare facendo schizzare verso l’alto i parametri che misurano il rischio-Italia. E’ più che necessario, che l’Italia possa utilizzare tutti gli strumenti che  l’UE deciderà di adottare per risalire la china. In ogni caso la decisione finale non sarà presa dall’Eurogruppo che si riunirà il 7 aprile p.v. ma uscirà dal summit dei leader dei 27 Paesi che si terrà giovedì prossimo. Insomma, la palla passa ancora una volta agli Stati membri, che dovranno, sulla base di proposte formulate dall’Eurogruppo, proporre una soluzione condivisa.

6/4/2020

Avv. Eugenio Oropallo

Si alza il livello di scontro in Europa

 

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