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RITORNANO I VASSALLI ALLA CORTE DI BERLUSCONI

Il vertice della coalizione di Centro-Destra che si è tenuto a Roma, a Villa Grande, ha deciso di appoggiare la candidatura di Berlusconi, definito come recita la nota congiunta diffusa al termine della riunione, “la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’alta carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il paese merita e che gli italiani si attendono”. Ritorna dunque il fantasma del Cavaliere a turbare i sogni degli italiani e a sollevare preoccupazioni per un’ipotesi che potrebbe anche reggere al conteggio dei voti. Può sembrare un po’ strano ma la decisione presa da tutta la Destra potrebbe essere un vero autogol per i leader del Centro-Destra e parliamo di Salvini e di Meloni che sembrano voler rinunziare a ogni scelta di autonomia, dimostrando di essere ancora affetti dal morbo del berloscunismo, incapaci di avere una visione diversa da quella legata alla figura di Berlusconi. Come scrive Francesco Merlo su La Repubblica del 16 u.s., “credono di tenere il vecchio prigioniero e invece ne sono imprigionati” perché il Cavaliere coltiva il sogno di coronare la sua carriera politica salendo al Colle per cui, se si trattasse solo di una manovra diversiva della Destra, ebbene un passo indietro verrebbe non solo a far cadere quella fragile maggioranza che ha rinnovato l’omaggio al “Conducator” italiano ma potrebbe mettere in discussione la leadership di entrambi i leader della destra. Scrive ancora Merlo nella sua requisitoria: “Tornano le buone cose di pessimo gustoSi riaccendono la mignottocrazia e le olgettine” ricordando “l’enormità delle legge ad personam, il potere illegale e il mercato dei parlamentari, le corna e le barzellette al posto della politica estera, il disfacimento morale del bunga bunga, la distruzione di quel po’ di destra italiana tutta decoro e valori”. Davvero si possono dimenticare i limiti notevoli di questo personaggio? Dov’è quell’autorevolezza che quel comunicato gli riconosce quando, sotto la sua regia, il paese è crollato, rimanendo isolato a livello europeo ed internazionale? Dimenticare l’omaggio del bacio della mano ad un despota della misura di Gheddafi? Dimenticare gli epiteti affibbiati ai capi di governo come la Merkel o ai capi di Stato come Obama? La classe politica ma soprattutto la destra di governo non può far girare all’indietro le lancette della storia, quando un cenno di Berlusconi era sufficiente a convincere centinaia di parlamentari del centrodestra a certificare la parentela fra Ruby e l’ex presidente egiziano Mubarak. Ma questo è ancora il meno perché, dopo la tragedia del terremoto dell’Aquila, Berlusconi ha consentito ruberie e favorito il malaffare nell’opera di ricostruzione che ahimé! è ancora lontana dalla realizzazione. “La Lega e la Meloni – scrive Stefano Cappellini su La Repubblica del 15 u.s. – hanno acceso una miccia. Lo hanno fatto nella convinzione che l’ordigno sia un giocattolo o forse confidando nelle loro doti di artificieri”. E questo sarebbe il rischio minore. Assecondando il capriccio del loro ex capo coalizione “si sono rimessi con le loro mani nella parte di chi annuisce anche quando pensa il contrario”. E’ davvero folle, anzi grottesco, che un personaggio del genere possa ricoprire il ruolo politico di rappresentare il nostro paese in una fase estremamente difficile e delicata come quella che si intravede all’orizzonte! E non parliamo certo della pandemia che pure tanti problemi sta provocando nel settore della salute ma lo tsunami che si sta abbattendo sull’Italia e sull’Europa intera. Per riferirci alla situazione estera basta ricordare il negoziato che incombe con la Commissione di Bruxelles sulla ridefinizione dei fondi del Next Generation EU; sul fronte energetico gli aggiustamenti necessari alla Transizione Green per impedire alle nostre aziende di soccombere davanti alla concorrenza straniera. Per non parlare della situazione politica internazionale. A partire dalla competizione  strategica fra Occidente e Cina con il rischio di un imprevedibile conflitto in Ucraina con la Russia di Putin, come minaccia la Nato. “Di qui la necessità che le forze politiche facciano prevalere l’interesse di questa comunità nazionale sul tribalismo” per evitare di far ripiombare l’Italia nel ruolo di Grande Malato d’Europa. Oggi che l’Europa si trova a dover prendere decisioni per vincere la sfida contro il frazionismo politico ed il sovranismo delle piccole patrie, ebbene un ritorno al passato potrebbe aver lo stesso effetto devastante che ha avuto la Brexit. L’obiettivo è di dotare il paese di un Presidente che sia capace di rafforzare e non affossare stabilità interna e credibilità internazionale del paese. C’è bisogno di dare continuità alla politica di questo governo, semmai liberandolo da quelle scorie che ancora ne frenano l’azione. Una continuità che, anche per ragioni di età, non può essere garantita da un candidato come Berlusconi che ha superato ormai gli ottant’anni. Come ha ricordato il Presidente uscente “La Costituzione prevede un Capo dello Stato capace di rappresentare l’unità della nazione”. Anche questo è un limite che non è stato valutato pienamente in quanto il candidato della Destra è un leader politico e quindi inadatto a rappresentare l’unità del paese.

Gennaio 2022

Ritornano i vassalli alla corte di Berlusconi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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