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RAGGIUNTO UN ACCORDO TRA UCRAINA e SEPARATISTI FILO-RUSSI PER IL CESSATE IL FUOCO

La svolta è il risultato dell’efficace lavoro della delegazione ucraina con il sostegno dei nostri partner internazionali a Berlino e Parigi” così ha dichiarato l’ufficio stampa del Presidente ucraino in una dichiarazione resa alla fine del mese scorso. In effetti era stato soprattutto la pressione dei leader europei a spingere in questa direzione per accettare di riaprire nuovi colloqui. E così insieme ai negoziatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) Ucraina e Russia hanno raggiunto un accordo il 22 luglio scorso per un cessate il fuoco completo tra le forze governative e i separatisti filo-russi nell’Ucraina nord-orientale a partire dal 27 luglio scorso. Il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, ha dichiarato che i colloqui per risolvere la crisi ucraina saranno una delle priorità della presidenza tedesca dell’UE aggiungendo che “una soluzione in Ucraina è necessaria per cambiare o ripristinare le relazioni strategiche dell’UE con la Russia”. In attesa di questo nuovo vertice che potrebbe aver luogo a Berlino già a fine mese, come ha auspicato il primo ministro ucraino Oleksiy Reznikov, il commissario europeo alle finanze e il primo ministro ucraino hanno firmato il 23 luglio scorso un piano che prevede un ampio pacchetto di prestiti che dovrebbe stabilizzare le finanze malate dell’ex paese sovietico. Si tratta di un importo di 1,2 mld. di euro che andrebbe ad aggiungersi al sostegno fornito dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), per migliorare la stabilità dell’Ucraina e per limitare le conseguenze socio-economiche di Covid19. L’interesse comune sia dell’UE che della Russia come dell’Ucraina è di raggiungere al più presto possibile un accordo che possa accelerare la ripresa economica del paese ma soprattutto spegnere il conflitto che ancora cova sotto le ceneri che potrebbe costituire un grosso limite per la ripresa di normali relazioni diplomatiche tra i due paesi e tenere sospese le relazioni tra UE e Russia, in considerazione anche dei progetti di collaborazione economica sottoscritti dalle parti. Per il momento la distanza tra le posizioni è ancora notevole in quanto la Russia rivendica l’appartenenza della Crimea dove vive una popolazione a larga maggioranza russa per cui si spera che accordi economici e l’intervento dell’UE possano mettere fine a questo pericoloso focolaio di guerra, fomentato anche dalle pressioni della Nato perché l’Ucraina entri a farne parte. Ipotesi questa che finirebbe per mandare a gambe all’aria ogni progetto di pace per cui è essenziale la partecipazione dell’UE agli incontri programmati per far sentire anche il peso degli interessi europei. Va ricordato che con il referendum sull’autodeterminazione del 16 marzo 2014 il 97% dei cittadini della Crimea votò per aderire alla federazione russa per cui andò avanti il progetto già lanciato negli anni ’60 dal governo sovietico di collegare con un ponte la Crimea all’Unione Sovietica. Ponte che cominciò ad essere costruito nel maggio 2015 dall’impresa incaricata di realizzare l’opera con sei mesi di anticipo rispetto alla data prevista per cui il 15 maggio 2018 il Presidente della federazione russa ha inaugurato il ponte più lungo d’Europa, composto da quattro corsie in grado di far transitare 40.000 veicoli al giorno senza pedaggio per 18,1 Km (il ponte di Messina, eternamente in fase di progetto, dovrebbe essere lungo sui 3,3 km). Ora la Russia ha un collegamento terrestre con Sebastopoli da cui partono le navi che raggiungono il territorio siriano. Si tratta dunque di una base navale di notevole importanza, ieri per proseguire la guerra contro i terroristi dell’ISIS e domani per consentire alla Russia di avere un collegamento più rapido con il Mediterraneo. Purtroppo sia la crisi ucraina che le sanzioni che sono state imposte dall’Occidente alla Russia hanno fatto saltare il progetto del gasdotto South Stream, ora ridefinito Turkish Stream, che, se andrà in porto il progetto TAP, porterà il metano fino alla Puglia. E questa situazione fa capire come sia urgente chiudere questa falla per garantire anche i rifornimenti energetici che dalla Russia arrivano ai paesi dell’UE.

20/8/2020

Raggiunto un accordo tra Ucraina e i separatisti filo-russi per il cessate il fuoco

 

 

 

 

 

 

 

 

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