skip to Main Content

QUALE FUTURO CI ATTENDE?

Dopo aver salutato la fine dell’anno che ci ha costretti a prendere atto come un virus invisibile possa mettere in discussione la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta, il nuovo anno è iniziato sotto i peggiori auspici. Speravamo che questa catastrofe potesse insegnare all’uomo del XXI secolo che l’unica strada percorribile per vincere la battaglia fosse la collaborazione tra tutti i popoli della terra e l’abbandono di ogni forma di egoismo e di prevaricazione. Purtroppo dobbiamo assistere ad uno spettacolo davvero penoso che i politici stanno offrendo. E parliamo innanzitutto dei vaccini che ci erano stati proposti come l’arma più efficace per vincere questa battaglia, dimenticando però di aggiungere che innanzitutto i risultati di questa vaccinazione di massa si vedranno solo a distanza di mesi, se non di anni. Inoltre, per vaccinare tutta la popolazione mondiale ci vorranno anni per cui i paesi più ricchi, tra i quali quelli europei, hanno fatto grossi investimenti per essere tra i primi a poter vaccinare i propri cittadini. Si è scoperto però che la produzione attuale di vaccini non riesce a far fronte neppure agli ordini provenienti dai soli paesi europei per cui si attende che qualche altra azienda intervenga a produrre altri vaccini per poter far fronte a questa vaccinazione. Ma di questo i governi non sapevano niente? Si sono limitati a fare grandi progetti che oggi rischiano di non poter essere attuati. Ancora, malgrado sono state già fornite centinaia di migliaia di dosi ai paesi dell’UE e della Gran Bretagna, mancano medici e personale sanitario per vaccinare i cittadini. Ma come, paesi come quelli europei, davvero non erano al corrente di questi limiti organizzativi? Come si fa, per riferirci solo all’Italia, a non sapere che queste carenze sono conseguenze di una pessima politica sanitaria che ha portato solo al risparmio per le spese dell’assistenza ospedaliera e costretto spesso i nostri medici ad emigrare? Arcuri è un colonnello senza soldati e adesso chi glielo va a raccontare agli italiani? Ma passiamo ad un altro argomento. Il governo in questi ultimi mesi è in fibrillazione per la posizione presa da una componente, quella di Italia Viva, che rivendica una maggiore partecipazione alle scelte del governo, nel settore della sicurezza, o sull’uso delle risorse che ci dovrebbero essere erogate dall’Europa nell’ambito del progetto del Recovery Fund. Il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno ha messo in guardia i politici dall’assumere posizioni che tendano a privilegiare interessi di bottega, quando la situazione prevede il massimo della collaborazione tra i partiti di governo. A chi intendeva riferirsi il Presidente? Sicuramente alla componente di Italia Viva che non rinunzia alle sue proposte. Ma anche Conte dovrebbe meditare prima di insistere in un irragionevole accentramento di funzioni e compiti perché il nostro Paese è ancora una democrazia parlamentare. E Conte, come ogni altro politico, non è insostituibile, soprattutto quando ha molto ancora da spiegare. Innanzitutto, i ritardi per la preparazione dei progetti da presentare all’UE. Ogni giorno che passa, diventa sempre più preoccupante questo ritardo, malgrado tutti gli appelli che il Commissario Gentiloni ha fatto arrivare al governo italiano. E la spesa pubblica ormai non conosce più limiti. Lo stesso ministro dell’Economia dichiara che il debito sta aumentando ma che non dobbiamo preoccuparci perché oggi è il momento di investire. Con quali soldi? Quelli del Recovery Fund che non ci sono ancora e che si rischia di non avere? E che cosa ha fatto il governo Conte in questi mesi per evitare il rischio di restare fuori dalla porta? Non hanno diritto gli italiani a conoscere quella che è la situazione reale? Certo, non ci aspettavamo un autunno così duro ma chi controllava sugli sviluppi del contagio in estate? Si è preferito tenere aperte le discoteche in Sardegna per assicurare ad un gruppo di imprenditori privilegiati il loro profitto, ma abbiamo assistito nel giro di qualche mese ad una diffusione ancora più rapida dei contagi grazie proprio al comportamento criminale di gestori di discoteche, di ristoranti, e al silenzio colpevole di chi politicamente ci rappresenta. Questa seconda ondata, non preventivata se non dagli scienziati, ha colto di sorpresa ancora una volta il governo e allora, ci si chiede, che cosa si è fatto contro chi si è fatto beffa della legge, dei decreti periodici di un Capo di Governo che preferisce rinunziare ad una seria dialettica parlamentare per presentandosi periodicamente in televisione a cercare il consenso? E la scuola? Si è detto che riaprirà in parte il 7 gennaio ma già oggi si prevede che sia difficile mantenere questa data. Certo, se l’estate è trascorsa senza che ci si organizzasse per la riapertura delle scuole, è chiaro, come avvenuto in settembre, che dopo qualche giorno di apertura, siano stati costretti a richiuderla. L’uomo è l’unico essere vivente che è stato capace di consumare le riserve della Terra, di mettere in discussione la vita degli altri esseri viventi col rischio di mettere fine anche alla nostra civiltà. Nella prima fase della pandemia, quando siamo stati costretti ad adottare un primo lockdown, la natura ha dimostrato che in pochi mesi sa riprendersi i propri spazi senza problemi, a differenza dell’uomo che sta facendo di tutto per accelerare la sua fine tra guerre, pandemie, fame e persecuzioni varie. Bisogna rovesciare questa prospettiva: certo abbiamo poche speranze e poco tempo a disposizione. Ma, come a volte avviene nella storia umana, proprio nei periodi più difficili, si ritrovano quelle risorse umane capaci di invertire il corso della storia e di ritrovare un nuovo equilibrio sociale e politico. Ce lo auguriamo per la salvezza di questo pianeta e per le future generazioni.

Quale futuro ci attende

 

Back To Top
Translate »