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Prime valutazioni sul premier Conte

Tenta di farle La Repubblica anche se scrive che cento giorni sono ancora pochi per una valutazione sul ruolo politico del premier Conte ma c’è da dire che fin dall’inizio il suo ruolo è stato sempre marginale: ogni tanto, è vero, tenta di rubare la scena ai protagonisti di questa tormentata fase politica ma è costretto ad essere sempre più una comparsa, pronto ad appoggiare le follie dei suoi apripista. In fondo a questo deve servire: dare un tocco di eleganza e di cultura a questo circo Barnum della politica, anche se con poco successo accontentandosi di fare il “capo del governo per procura” scrive La Repubblica del 7 settembre “una via di mezzo fra il prestanome, il tappabuchi e la foglia di fico”. “Tre mesi sono pochi – scrive il quotidiano – per un bilancio operativo ma bastano a delineare uno stile pubblico…Tra baciamani, pochette, gemelli e moltiplicazione di bandiere e ulteriori orpelli …il superfluo batte a due mani sul portone del palazzo del governo”. Un ritratto forse ingeneroso, caricaturale ma che rispecchia pienamente la realtà. E vi è più di un episodio della breve vita politica del premier a dimostrarlo. Gaffe e atteggiamenti che possono anche far sorridere sul destino di questo piccolo grande uomo che probabilmente sogna, una volta che è stato ammesso al tavolo dei convitati, qualche promozione in considerazione del lavoro di squadra cui non si sottrae senza accusare per il momento alcun logorio. E così ricordiamo la piccola cerimonia di compleanno del premier che è stata pubblicizzata quasi si trattasse di un evento pubblico. Passando poi al personale, c’è la vicenda del concorso per la cattedra di diritto privato. Anche qui è venuto a raccontarci di aver rinunciato all’esame per motivi di opportunità in nome dell’alta responsabilità di governo. Salvo poi a verificare che in effetti non vi era stata rinunzia tanto che la commissione esaminatrice aveva invitato i due altri candidati a rinviare la prova per andare incontro alle esigenze del premier che infine, sembra, si sia deciso a ufficializzare la sua rinunzia, dopo aver ricevuto assicurazione da parte dei suoi mentori che il governo sarebbe durato per tutta la legislatura. E, in ogni caso, anche se l’oroscopo può sbagliare, ebbene una poltrona da occupare sempre si troverà per questo fido servitore della causa. Ma un altro scivolone era in agguato. Intervenendo all’apertura della Fiera del Levante a Bari, nel suo discorso il premier, riferendosi all’8 settembre 1943, data dell’armistizio richiesto dal Governo italiano, confonde probabilmente questa data con quella del 25 aprile 1945 quando dichiara che “In quell’estate di settantacinque anni fa si pose fine ad un periodo buio della nostra storia. Iniziava un periodo di crescita chiamato miracolo economico….vogliamo ricreare la stessa fiducia verso il futuro che allora animava i nostri genitori” senza sapere che i due anni successivi costituiscono al contrario il periodo più duro per gli italiani  costretti alla fame, alla mercé dell’esercito tedesco per cui “la sua non è stata proprio una trovata felice” – commenta ancora La Repubblica del 10 settembre -. E’ vero che il prof. Conte è professore di diritto e non di storia ma per un professore che ha presentato le sue credenziali al Governo producendo un curriculum di ben 25 pagine, tutto si poteva pensare fuorché fosse così a digiuno della storia di questo paese da confondere due momenti chiave, il primo di segno negativo, se è vero che la guerra continuò nonostante l’armistizio, per cui l’Italia fu messa a ferro e fuoco dalla violenza dell’esercito tedesco mentre il secondo segnò definitivamente la liberazione da ogni forma di tirannia anche se ci fu bisogno ancora di molti anni prima che l’Italia potesse tirare un respiro di sollievo. “Ma possibile – si domanda il forzista Paolo Romano – che nessuno si sia accorto di quello che stava per dire?”. Se questo è solo l’inizio di una improvvisata carriera politica figuriamoci come sarà il resto. E allora stendiamo un pietoso velo di silenzio su questa ennesima scivolata. Anche se siamo certi che il nostro premier non mancherà di farci sorridere ancora con le sue imprevedibili uscite. Se non si rende conto del ginepraio in cui si è cacciato, ebbene neppure potrà sottrarsi ai dileggi altrui e alla facile ironia.

Settembre 2018

PRIME VALUTAZIONI SUL PREMIER CONTE

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