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PORTE APERTE

Nel corso della sua visita a Roma di qualche giorno fa, il Presidente della Georgia nei colloqui avuti con le autorità politiche italiane, ha sollecitato un appoggio del nostro paese alla richiesta avanzata dalla Georgia di entrare a far parte dell’Unione. “C’è una questione sicurezza che riguarda l’intera regione” ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla stampa la Presidente che ha fatto presente ancora che “la Georgia si trova in situazione analoga a quella dell’Ucraina in quanto l’Abkazia e Ossezia, il 20% del paese, sono da tempo sotto controllo russo”. “Se Putin vince in Ucraina, aggiunge, vorrà di più però se perde può cercare di salvare la faccia con la Georgia che non ha grandi risorse militari”. Pur restando estraneo al conflitto in effetti questo paese ha aperto le porte ai profughi provenienti dalla vicina Ucraina ma c’è anche una buona presenza di russi: negli ultimi mesi sono entrati in Georgia almeno 36 mila russi e vi potranno restare un anno senza bisogno di visto. “D’altronde, ha aggiunto la Presidente, la Georgia ha sempre aperto le porte ai perseguitati politici come armeni, azeri, curdi, senza distinzioni di sorta e senza che si siano verificate tensioni tra i rifugiati”. Ha ricordato ancora, nel corso dell’intervista, che “il Mar Nero su cui si affaccia il paese è cruciale per tutta l’Europa. Non possiamo lasciarlo diventare un mare di ostilità e scontri, al contrario deve essere un mare di cooperazione e stabilità”. Anche la Macedonia del Nord ha chiesto da tempo di aderire all’UE ma il processo di adesione, in fase di stallo, è diventato un problema di sicurezza a causa dell’aumento dell’influenza di attori stranieri nella regione dei Balcani occidentali. Il processo di adesione della Macedonia del Nord all’Ue, in fase di stallo, è diventato un problema di sicurezza a causa dell’aumento dell’influenza di attori stranieri nella regione dei Balcani occidentali, particolarmente vulnerabile. Lo ha dichiarato in un’intervista il Premier macedone Dimitar Kovačevski.  In attesa del vertice dell’Ue di fine giugno, in cui si discuterà dell’allargamento del blocco, Kovačevski ha detto che Skopje ha dimostrato il suo impegno e la sua dedizione a Bruxelles attraverso decisioni difficili, ma l’Ue non ha ancora accettato di aprire i colloqui di adesione. “Dopo l’attacco della Russia all’Ucraina e alla luce dell’influenza di attori terzi nei Balcani occidentali, i Paesi più vulnerabili del continente europeo, l’allargamento è diventato anche una questione di sicurezza”, ha dichiarato Kovačevski a margine del forum GLOBSEC di Bratislava. L’Albania e la Macedonia del Nord, pur essendo candidati ufficiali, sono rimasti in una sorta di sala d’attesa per anni, e nel caso di Skopje, anche a causa del veto della vicina Bulgaria, Stato membro dell’Ue. “La Macedonia del Nord è un Paese candidato all’Ue da 17 anni e in questi 17 anni ha dimostrato impegno e dedizione verso il processo di integrazione”. Una commissione ad hoc sta lavorando per appianare le controversie. Kovačevski ha però affermato che sarebbe importante affrontare le preoccupazioni relative all’influenza di Stati terzi nella regione dei Balcani occidentali per cui l’apertura ai Balcani occidentali è un obiettivo da raggiungere al più presto sia per contrastare la presenza di altri paesi in questa zona così vitale per la difesa dell’UE sia per sanare i contrasti tra i paesi dell’ex Jugoslavia che potrebbero riaccendere un conflitto che fino ad oggi non può dirsi definito.

Giugno 2022

PORTE APERTE

 

 

 

 

 

 

 

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