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PERCHE’ NON DOVREMMO AVER PAURA SOLO DEL COVID

E’ il titolo di un articolo pubblicato sul sito web euractiv.it a firma di Federica Martiny, che riconosce che sentiamo quasi sempre parlare solo del coronavirus senza renderci conto di quanto avviene nel resto del mondo di cui dobbiamo preoccuparci. “La narrazione mediatica – scrive l’autrice – si inserisce perfettamente in questo solco sui giornali e in TV si scrive e si parla quasi solo del virus, dell’andamento epidemiologico, degli effetti economici disastrosi causati dalla pandemia”.  Forte è la speranza che si possa trovare un antidoto efficace a questo virus nell’illusione pericolosa, perché basata sulla falsa certezza, che una volta debellato questo nemico invisibile ma estremamente letale si possa continuare a fare la vita di sempre. “Falsa illusione – aggiunge la giornalista – perché basata sulla falsa certezza che il virus sia il solo nostro problema”. Insomma la pandemia ha focalizzato tutta la nostra attenzione e regolato il ritmo della nostra vita imponendoci tutta una serie di sacrifici assicurandoci che questi saranno ricompensati dalla vittoria su questo micidiale nemico. “Purtroppo, il virus non è il solo problema e non dovremmo vederlo come tale”. “Il tifone Goni, il più potente dell’anno, si sta abbattendo in queste ore nel Nord delle Filippine, causando migliaia di vittime e feriti e centinaia di migliaia di sfollati. In Siberia alcuni ricercatori hanno trovato le prove che uno dei quattro scenari derivanti dalla crisi climatica in corso si stava già realizzando: i depositi di metano congelati che si trovano nell’Artico e che hanno un effetto 80 volte superiore rispetto alle emissioni di anidride carbonica stanno già fuoriuscendo, con conseguenze disastrose”. Senza dimenticare che l’Amazzonia ormai sta soccombendo a causa del il sistematico disboscamento per fare spazio a immensi territori da destinare all’allevamento del bestiame o all’agricoltura intensiva, sconvolgendo la vita degli aborigeni che ormai sono sono a rischio sopravvivenza. Nel frattempo, dietro le quinte della pandemia, il mondo intero continua ad essere flagellato dalla fame e dalle guerre che continuano a mietere vittime innocenti. E’ proprio vero che se non ci sarà una guerra atomica a distruggere la società ci penserà un altro virus, visto che ormai il vaso di Pandora è stato scoperchiato alimentando vecchie paure e risvegliando terribili virus che erano dormienti negli abissi marini e nelle foreste primordiali e così si è verificato qualche mese fa in Danimarca che alcuni inservienti che lavoravano in un allevamento di visoni hanno trasmesso il coronavirus ad alcuni esemplari. Virus che si è geneticamente modificato e trasmigrato poi dagli animali all’uomo. Secondo i test di laboratorio eseguiti dall’OMS, si è notato che questi animali mostrano una sensibilità ridotta agli anticorpi che, potenzialmente potrebbe di limitare l’efficacia dei vaccini, nel caso di trasmissione agli esseri umani di una variante del virus resistente al vaccino. Di qui la decisione di abbattere l’intera popolazioni dei visoni. Quasi 15 milioni di esemplari e per accelerare il processo sarà impegnato anche l’esercito e le forze di polizia. Dopo la scoperta delle infezioni sono iniziati gli abbattimenti di questi animali anche in Olanda e nella vicina Spagna. Anche in Italia abbiamo degli allevamenti di visoni che saranno abbattuti per evitare che essi possano infettare l’uomo, come è avvenuto in Danimarca. Ma non è solo questo, qualche mese fa l’EFSA – L’Autorità europea per la sicurezza alimentare – ha lanciato un allarme per il rischio di nuove epidemie di influenza aviaria. Una malattia virale altamente contagiosa che si osserva soprattutto nel pollame e gli uccelli acquatici selvatici che possono trasmettere il contagio agli uccelli addomesticati come polli, tacchini, anitre che possono trasmettere il virus all’uomo. Già in passato l’epidemia di influenza aviaria ha interessato gran parte dell’Europa tra il 2016 e il 2017. Il virus aviario non è in grado di trasmettersi all’uomo ma in determinate condizioni possono farlo nel caso di contatto con volatili morti o ammalati. I danni economici potrebbero essere drammatici. Nel caso dell’epidemia del 2016 e 2017 solo in Italia sono stati abbattuti 2,7 milioni di volatili. L’UE è uno dei maggiori produttori di carne di pollame con una produzione anche di circa 13,4 milioni di tonnellate. Secondo la nota diffusa dall’EFSA “c’è il rischio che un improvviso e duraturo calo della temperatura nella Russia centrale e nel Kazakistan potrebbe contribuire alla diffusione del virus dell’influenza aviaria nell’Occidente europeo” per cui l’allerta è grave ed “i paesi dell’UE sono sollecitati ad intensificare la sorveglianza e le misure di sicurezza per prevenire possibili nuove epidemie di influenza aviaria quest’anno”. Come si vede, c’è ben poco da stare allegri: ormai il sistematico e violento sfruttamento dell’ambiente naturale sta cambiando il volto del pianeta e peggiorando il rapporto tra l’uomo e le altre specie viventi a causa dell’uso di pesticidi e di foraggi geneticamente manipolati provocando, come sta accadendo, che i virus si trasmettano dall’uomo agli animali o inversamente sviluppando nuove pandemie per le quali è sempre più difficile trovare rimedio. E qui torniamo a quella attuale: un virus invisibile sta mettendo in discussione tutta l’efficienza dei nostri sistemi sanitari. Se non ci si convince che c’è bisogno di una forte cooperazione tra tutti i paesi del mondo, rischiamo di perdere la guerra contro questo temibile avversario.

PERCHE’ DOVREMMO AVER PAURA SOLO DEL COVID

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