PASSO FALSO DELL’UE NEI CONFRONTI DELLA CINA
Abbiamo scritto qualche settimana fa dello sconcerto sollevato dal governo della Lituania di autorizzare il governo di Taiwan ad aprire un suo ufficio di rappresentanza (de facto un’ambasciata) a Vilnius in contrasto con la decisione di tutti i paesi europei di non riconoscere la Cina di Taiwan. Tale decisione, peraltro non concordata dall’UE, ha sollevato una decisa reazione della Cina che ha bloccato tutte le merci provenienti dalla Lituania, mettendo in atto inoltre una serie di vigorose pressioni su alcune grandi industrie del resto d’Europa, invitate ad abbandonare la Lituania se vogliono continuare a esportare in Cina. Per tentare di risolvere la questione, nei giorni scorsi il Ministro degli Esteri lituano ha proposto di cambiare il nome dell’ufficio di rappresentanza definendolo “del popolo taiwanese” invece che “di Taiwan” ma il cambio non può avvenire senza il consenso di Taipei. Nei mesi scorsi la Commissione europea aveva espresso la sua solidarietà a Vilnius anche se, dietro la quiete, aveva aspramente contestato questa iniziativa presa autonomamente dalla Lituania in contrasto con la politica commerciale dell’UE. Al contrario, il 27 gennaio scorso, l’UE ha presentato un ricorso contro la Cina all’Organizzazione Mondiale del commercio (WTO), accusando Pechino di pratiche commerciali discriminatorie nei confronti della Lituania che, secondo Bruxelles, minacciano l’integrità del mercato comune europeo. Non sappiamo quale sarà l’esito di questo ricorso che appare come un atto dovuto a difesa degli altri paesi europei che hanno rapporti commerciali in corso con la Cina ma che non risolve il pasticcio causato dal governo lituano. Unica soluzione è quella di ammettere di aver sbagliato ma questo potrebbe procurare qualche problema ai rapporti commerciali tra la Lituania e la Cina che sono, peraltro, molto limitati. Resta il fatto che ancora una volta un paese membro dell’UE ha preso decisioni in contrasto con la linea politica dell’UE. E’ strano che la Commissione europea non ha ritenuto di presentare un ricorso alla Corte di Giustizia europea per violazione degli accordi derivanti dall’appartenenza all’UE.
Febbraio 2022
Passo falso dell’UE nei confronti della Cina