NUOVO GIRO DI VITE IN UNGHERIA ALL’INFORMAZIONE INDIPENDENTE
Klubradio, l’ultima radio indipendente in Ungheria, sarà costretta ad abbandonare le sue frequenze dopo la sentenza del Tribunale che ha rigettato il ricorso contro il rifiuto del Consiglio Nazionale dei media di estendere la sua licenza. Contro questo ennesimo attacco all’informazione libera, l ’International Press Institute (IPI) e la Federazione europea dei giornalisti hanno chiesto all’UE di intervenire. Il proprietario dell’emittente ha detto che farà ricorso contro il provvedimento. Comunque la decisione è l’ultima in ordine di tempo che dimostra come si stia riducendo lo spazio per le voci indipendenti nel settore delle informazioni e non solo in Ungheria. Da un po’ di tempo, l’Ungheria sta acquistando anche altre radio e atri mezzi di informazione nella vicina penisola balcanica per allargare dunque il controllo sull’informazione libera. Nel frattempo Bruxelles ha avviato formalmente una nuova procedura d’infrazione contro la legge ungherese sulle ONG, che mette al bando le ONG che lavorano nel settore immigrazione o se ritenute un pericolo per la sicurezza nazionale. Questo nuovo procedimento è stato avviato con una lettera di messa in mora all’Ungheria per il mancato rispetto di una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE nella causa C-78/18 che aveva stabilito che la legge violava il diritto comunitario in quanto contraria alla libera circolazione dei capitali, alle libertà di associazione e alla protezione dei dati personali. Il governo ungherese avrà tempo fino il 18 aprile per fornire eventuali giustificazioni. Un portavoce della missione UE dell’Ungheria ha ribadito che Budapest si conformerà alla sentenza e che sarebbe pronta ad abrogare la legge contestata. Resta forte il dubbio che questo non avverrà. Ormai in molti paesi europei il primo ministro ungherese è considerato una minaccia per lo stato di diritto. Anche la gestione della crisi migratoria è nel mirino della Commissione. Dopo la costruzione di una barriera anti-migranti, la situazione è peggiorata nell’ultimo anno per cui Bruxelles in settembre ha deciso di aprire una nuova procedura di infrazione contro l’Ungheria, per la violazione della legge europea sul diritto d’asilo, in quanto la legge ungherese preclude ai cittadini extra-comunitari che si trovano nel territorio ungherese o che si presentano alle frontiere di presentare regolare domanda di protezione internazionale. Quanto è avvenuto qualche mese fa alla frontiera tra Croazia e Bosnia Erzegovina, purtroppo, conferma come anche l’UE abbia le sue responsabilità se i paesi membri continuano ad ignorare la legge europea. Si rende sempre più necessario dunque che il controllo alle frontiere all’interno dell’UE sia svolto da funzionari europei per evitare gli abusi commessi dalla polizia di frontiera come hanno denunciato numerose ONG.
Febbraio 2021
NUOVO GIRO DI VITE IN UNGHERIA ALL’INFORMAZIONE INDIPENDENTE