NUOVI SVILUPPI GIUDIZIARI NEL CASO REGENI
Il Giudice delle indagini preliminari nell’ultima udienza che si è tenuta nel corso del processo ha indirizzato al Governo ed in particolare al Ministro degli Esteri di richiedere alle autorità egiziane di fornire gli indirizzi dei quattro indiziati per poter consentire di notificare loro gli atti giudiziari. Una richiesta che ha sollevato qualche imbarazzo negli uffici di Via Arenula e del Governo in quanto è dal 2014 che l’Egitto ha interrotto ogni tipo di collaborazione con l’Italia. Anche il PM e i difensori della famiglia Regeni si son detti soddisfatti per questa iniziativa. Se il governo italiano non proverà a riallacciare un dialogo con l’Egitto, ci sarebbe la prospettiva di modificare la normativa italiana prevedendo che, in caso di impossibilità di notificare gli atti ai diretti interessati, la notifica possa essere fatta direttamente allo Stato di appartenenza. Una previsione questa che non appare credibile in quanto bisognerebbe mettere mano a più di una norma prevista dal codice di procedura penale. Chiede Luigi Manconi su La Repubblica del 12 u.s. “quali strumenti di pressione e quali forme di condizionamento…e quale peso politico l’Italia è in grado di esercitare nei confronti dell’Egitto?”. Praticamente zero, soprattutto a tener conto che in questi ultimi anni il despota Al-Sisi è stato ritenuto “un amico dell’Italia in nome di una strategia del Mediterraneo che si è rivelata alla resa dei conti la solita politichetta ispirata da interessi mediocri e da prospettiva di corto respiro”. A tener conto del clima di collaborazione e di normalità in questi sei anni nelle relazioni tra i due paesi c’è ben poco da sperare, soprattutto in questo periodo in cui è in discussione l’assetto del futuro del Mediterraneo, che rende necessaria la collaborazione del governo egiziano. E ancora Manconi a condannare duramente l’inerzia del nostro governo ed in particolare degli “ossequiosi cultori della Realpolitik, più per pavidità che per intelligenza strategica” mortificando non solo la sovranità dello Stato nazionale ma oltraggiando ancora una volta la figura di questo studioso trucidato dai servizi segreti egiziani. Condividiamo pienamente questa accusa nei confronti di quella parte dell’attuale governo che non ha espresso nessuna proposta in grado di dare efficacia e forza all’iniziativa italiana.
Gennaio 2022
NUOVI SVILUPPI GIUDIZIARI NEL CASO REGENI