MISSIONE SEGRETA
Qualche settimana fa la nave San Giorgio della Marina Militare Italiana è attraccata nel porto di Tripoli in Libia per consegnare al governo libico una centrale mobile per il coordinamento del soccorso marittimo che permetterà di incrementare la sicurezza della navigazione nel Mediterraneo ed in particolare nel Canale di Sicilia. Servirà a potenziare gli interventi della Guardia Costiera di Tripoli anche nell’attività contro l’immigrazione clandestina. Il progetto è stato finanziato dall’UE mentre il Ministero degli Interni italiano si occuperà dell’assistenza al personale libico. “Italiani, brava gente” ci vien da ricordare. L’operazione, gestita dal nostro Ministero degli Interni, è stata portata a termine nel più assoluto silenzio stampa. In effetti solo una foto diffusa su Twitter ha fatto cadere il velo della riservatezza – come scrive il quotidiano “La Repubblica” di martedì 7 u.s.. Tutto rientra nel piano posto in essere dal governo italiano e quello libico, per favorire alle autorità di quel paese uno strumento di recente tecnologia per l’individuazione degli scafi dei clandestini in rotta verso l’Italia e per riportarli in Libia. Anche se l’attività svolta dalla Guardia Costiera libica sul fronte del traffico di uomini è oggetto, e non da oggi, di numerose denunce da parte delle ONG e da partiti politici in tutta Europa. In effetti, il porto di Tripoli non è considerato “un porto sicuro” mentre i militari locali sono accusati di trattare in modo disumano i migranti bloccati in mare e non è escluso che la polizia libica sia collusa con i clan criminali che sfruttano i disperati che tentano di entrare in Italia. Dunque, di fatto, consegnando questa tecnologia alla polizia libica, si finisce per diventare complici di questi negrieri assumendo una responsabilità penale pari a chi materialmente compie questi crimini contro l’umanità. E’ ripresa così la collaborazione tra Italia e Libia: a pochi mesi dalle elezioni, “questa operazione – scrive ancora La Repubblica – è il primo aiuto concreto del rilancio delle relazioni tra i due governi ed è anche la premessa per contrastare l’attivismo turco in Libia che in questi ultimi tempi ha svolto attività di formazione e coordinamento della Guardia Costiera locale consolidando così l’influenza sulla regione”. Ci sono state diverse interrogazioni al Parlamento UE su questa iniziativa: chi garantisce che non diventi uno strumento per aumentare gli abusi? Al contrario – dietro le quinte – la Commissione europea considera che la nuova centrale possa essere il punto di partenza per la riforma degli interventi libici in mare per cui è stato previsto l’addestramento dei militari libici da parte del nostro Ministro degli Interni. Una vera e propria operazione di polizia che dovrebbe servire a bloccare i migranti in Libia per cui diventerà sempre più difficile tutelare i loro diritti. Insomma, non si può tacere, ancora una volta che, in spregio ai principi che sono alla base dell’UE, si continui ipocritamente a collaborare con quei paesi che come la Libia- in cambio di aiuti economici e di forniture di armi – fa il lavoro sporco nel Mediterraneo mentre i burocrati di Bruxelles possono dormire sonni tranquilli badando soprattutto a tenere i migranti lontano dall’Europa. “Fermiamo questo naufragio di civiltà” ha ammonito il Papa a Lesbo ma nessuno sembra voglia ascoltarlo!
Dicembre 2021