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L’UE DETTA LA ROTTA : NO DECISO AL SOVRANISMO

Se qualcuno pensava che la premier italiana avrebbe convinto le Istituzioni europee di accettare le richieste del nuovo Governo, si dovrà ricredere perché più dei sorrisi contano i fatti. Nel suo primo incontro con i rappresentanti europei la Meloni ha dovuto ingoiare il rospo e ritornare a casa a mani vuote. Sorrisi tanti ma nessuna concessione al nostro Paese indebitato fino al collo.

Il deficit per il 2023 già fissato da Draghi al 3,9 % sarà adeguato al 4,5% . In questo modo si libereranno risorse utilizzabili per finanziare in manovra nuove risorse contro il caro energia. Ma la leader italiana ha dovuto in partenza già rinunziare all’ipotesi di un Recovery bis, un meccanismo di prestiti a tasso agevolato come già è accaduto per la pandemia per l’opposizione della Germania che ha fatto sapere che non se ne parla.

La sfida diventa dunque una battaglia di sopravvivenza del nuovo esecutivo, anche in previsione della riforma del Patto di Stabilità preparata dall’esecutivo europeo e che dovrebbe essere sottoscritta proprio domani. Il patto di stabilità è uno dei pilastri su cui si regge la politica di bilancio dei Paesi europei che resterà sospeso per tutto il 2023, a condizione che la differenza tra entrate e uscite non deve superare il 3% del PIL e che il debito pubblico non deve superare il 60% del Pil. I Paesi più indebitati, e tra essi l’Italia, saranno messi sotto sorveglianza. Una doccia fredda per la Meloni visto che lo sforamento del bilancio, come vorrebbe il Governo italiano, non sarà possibile. Se la tabella di marcia non verrà rispettata partirà la procedura d’infrazione ed ogni passo dovrà essere adottato dal Consiglio Europeo, quindi dai leader dei 27 Paesi e non all’unanimità.

“La linea di fatto al momento non può cambiare” han fatto sapere sostanzialmente nei tre colloqui sostenuti a Bruxelles da Giorgia Meloni che dovrà dunque rivedere i suoi conti. Alla fine il giudizio complessivo sui dossier più cari al Governo italiano non è cambiato. No dunque alle modifiche del Pnrr sebbene la leader di FdI abbia più volte richiamato l’attenzione “a lavorare insieme per implementare il Pnrr e ragionare sulle grandi priorità come la questione energetica”.

Per quanto riguarda i migranti,  la Premier ha insistito sulla necessità di dare ”la priorità alla difesa dei confini esterni” ma Bruxelles ha ribadito di considerare doveroso il salvataggio in mare degli esseri umani, ricordando che esiste già un accordo volontario in base quale altri Paesi stanno ospitando milioni di ucraini.

Ancora, per quanto riguarda i costi dell’Energia, l’UE ha ribadito che non ci potranno essere disposizioni dirette dell’UE sul caro bollette. Un discorso, quello delle Istituzioni europee che non poteva essere più chiaro ricordando alla Meloni, che puntava “sulla difesa dell’interesse nazionale”, che può essere pericoloso modificare il piano.

Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, Meloni si dice pienamente d’accordo con la decisione già presa di inviare altre armi all’Ucraina, assicurando alla Von der Leyen che il nuovo decreto per le armi a Kiev è già in dirittura d’arrivo nonostante Berlusconi e Salvini.

Su tutto poi resta il nodo del debito pubblico: l’UE ha raccomandato di controllare e ridurre il debito pubblico evitando scollamenti eccessivi del bilancio. In definitiva, se non un vero e proprio fallimento, la visita ha trovato l’UE compatta a far rispettare le regole europee da tutti gli Stati membri.

Nessuna lite palese ma un monito preciso a rispettare le regole e pensare di agire senza avere buoni rapporti con Bruxelles può diventare pericoloso. Ma già la decisione dell’Esecutivo di chiudere i porti ai migranti costituisce davvero la cartina di tornasole che rivela come i nostri giovani esponenti della nuova Destra intendono prendere le distanze dalle regole europee anticipando un vero e proprio scontro politico con le Istituzioni europee.

Novembre 2022

l’ue DETTA LA ROTTA NO DECISO AL SOVRANISMO

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