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L’UE A DIFESA DEI PICCOLI E MEDI IMPRENDITORI AGRICOLI

La Commissione Europea ha avviato procedure di infrazione contro 12 Stati membri per il mancato recepimento delle norme UE sulle pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare. La direttiva adottata nel 2019 garantisce la tutela degli agricoltori europei così come dei fornitori di piccole e medie dimensioni contro le pratiche commerciali scorrette messe in atto da aziende di grandi dimensioni. Lamenta la Commissione che il termine ultimo per la ricezione della direttiva era stato fissato per il 1° Maggio 2021 ma solo 15 paesi hanno comunicato di averla adottata completamente mentre la Francia e l’Estonia l’hanno recepita solo parzialmente. I restanti 12 paesi hanno ricevuto una lettera di costituzione in mora dalla Commissione per mettersi in regola entro tre mesi di tempo.

Tra le 16 pratiche commerciali vietate dalla Direttiva UE figurano ritardi nei pagamenti e l’annullamento di ordini con breve preavviso per i prodotti altamente deperibili, le modifiche unilaterali o retroattive dei contratti, l’obbligo imposto al fornitore di pagare i prodotti sprecati. Questo tipo di pratiche tendono ad essere molto più diffuse in un periodo di pandemia come quello attuale dove chi è più forte nella catena di approvvigionamento tende a dettare le condizioni per i più deboli e ancora largamente diffuse nel settore. Secondo la direttiva gli agricoltori e i fornitori di piccole e medie imprese, così come le organizzazioni che li rappresentano, avranno la facoltà di denunciare tali pratiche adottate dagli acquirenti. Ma tutto ciò non ha cambiato la situazione perché il controllo in Italia e negli altri Paesi UE sono stati molto aleatori, costringendo spesso i piccoli produttori a chiudere, malgrado tutte le assicurazioni degli enti preposti al controllo. Se non si vuole il crollo della produzione agricola nel nostro paese è necessario che siano riviste le regole contrattuali quasi sempre a favore della grande distribuzione.

Abbiamo molti dubbi sulla efficacia dei controlli anche in mancanza di una adeguata professionalità da parte dei controllori per cui staremo a vedere nei prossimi mesi se la normativa europea sia stata applicata o meno, soprattutto nelle zone di produzione come la Puglia per l’ulivo e per l’uva dove fino ad ora i produttori sono stati costretti ad accettare le richieste della grande industria senza che lo Stato facesse niente per loro. Ora abbiamo delle norme precise, che vanno applicate, previste specifiche sanzioni che andranno adottate nei confronti di chi infrangesse ancora una volta la legge.

Agosto 2021

L’UE a difesa dei piccoli e medi imprenditori agricoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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