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L’ITALIA IN GUERRA

E’ fatta, ieri il Governo ha emesso un nuovo provvedimento col quale estende a tutta l’Italia il coprifuoco, limitando la circolazione dei cittadini, sospendendo molte attività commerciali per rallentare la diffusione del contagio che ormai ha raggiunto ogni angolo della penisola.
Ho parlato di coprifuoco, quasi che fossimo in guerra: in effetti la guerra c’è, contro un nemico che non conosciamo, che colpisce subdolamente ma che è una vera e propria macchina di distruzione.
E’ possibile che ci siano stati dei ritardi nell’affrontare di petto questa epidemia ma non siamo in condizione di confermarlo. Quel che è certo è che il comportamento sconsiderato di molti concittadini ha contribuito ad allargare la diffusione del virus soprattutto tra i giovani.
D’altra parte la gravità di questa infezione è confermata dall’OMS che ha dichiarato di trattarsi di una vera e propria pandemia. Nelle ultime settimane il numero dei casi al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte.
I casi di contagio sono più di 118.000 in 114 paesi e 2191 persone sono decedute. Dopo le misure drastiche prese dal governo cinese che mise in quarantena circa 60 milioni di cittadini, oggi, se non scomparsa del tutto, la diffusione è molto rallentata. In assenza di cure certe o di un vaccino per cui si dovrà attendere per mesi, probabilmente quella dell’isolamento è l’unica strategia possibile per arrestare o comunque rallentare il contagio.
Abituiamoci, dunque, all’idea che il nostro isolamento potrebbe durare per mesi e forse anche di più. Ma se questa è l’unica alternativa, cerchiamo di affrontare la vita di tutti i giorni senza allarmismi con la consapevolezza che, se vogliamo vincere questa guerra, molto dipende anche dai nostri comportamenti.
Malgrado tutte le difficoltà incontrate, sappiamo di poter avere fiducia nei nostri medici, nella nostra organizzazione sanitaria che è una delle migliori al mondo.
Sappiamo di non essere soli in quanto possiamo contare sulla solidarietà dei nostri alleati in Europa. D’altra parte, o si vince assieme o si perde perché il virus sta colpendo già altri paesi nostri vicini.
Forse questa esperienza potrà servire anche a meditare sulla necessità di abbandonare ogni residuo di nazionalismo per rafforzare i vincoli europei perché un’Europa più forte significa rendere più forti i paesi membri. Forse, quando potremo archiviare anche questa pandemia, ci sarà tempo di rivedere i Trattati e di aprire una nuova pagina di storia con la nascita di un’Europa federale. Ma per raggiungere questo obiettivo, è oggi necessario affrontare insieme la guerra contro la pandemia perché non c’è sicurezza per nessuno, se ci si chiude nella propria dimensione nazionale.
12.3.2020

L’Italia in guerra

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